domenica 7 settembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia: Il canto degli alberi di Hermann Hesse

M.S.Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


Noto al pubblico e alla critica per i suoi indimenticabili romanzi come Il lupo della Steppa e Siddharta, Herman Hesse ci ha lasciato numerose “favolette brevi” e raccolte di poesie, o, semplicemente, di pensieri. Tra questi c’è la raccolta Il canto degli alberi. Uno scritto malinconico, introspettivo ed evocativo, che descrive la bellezza degli alberi; quella più nascosta, quella che non si vede con gli occhi. Nel dispiegarsi delle parole, Hesse paragona questo prezioso elemento della natura a un uomo solitario, ma forte, combattivo.

E li venero ancora di più quando se ne stanno isolati. Sono come uomini solitari. Non come gli eremiti, che se sono andati di soppiatto per sfuggire a una debolezza, ma come grandi uomini solitari, come Beethoven e Nietzsche.

Attraverso le descrizione, suggerisce al lettore di prendere esempio dagli alberi, dalla loro placida maestosità e solidità, dal modo in cui essi affrontano la vita: con rami puntati verso il cielo e radici ben piantate a terra.
Chi ama la velata tristezza, ma anche il coraggio dei personaggi e degli scenari di Hesse, non potrà non amare questo libricino, quasi sussurrato, e imparerà a guardare il mondo con occhi diversi, ben più autentici e saggi: quelli degli alberi.

Gli alberi hanno pensieri duraturi, di lungo respiro, tranquilli, come hanno uan vita pià lunga della nostra. Sono pià saggi di noi finchè non li ascoltiamo, ma quando abbiamo imparato ad ascoltare gli alberi, allora proprio la brevità, la rapidità, e la precipitazione infantile dei nostri pensieri acquistano una letiziia incomparabile. Chi ha imparato ad ascoltare gli laberi, non desidera più essere u albero. Non desidera essere altro che quello che è.

 M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


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