Ambientata in uno spazio e in un tempo
apparentemente molto lontani da quelli in cui viviamo, la storia raccontata in
The Giver - Il Donatore, è in realtà più plausibile di quanto si pensi. Prima opera
della quadrilogia di Lois Lowry, dalla quale è stato recentemente tratto un
intenso film, The Giver descrive una società che, a seconda dei personali punti
di vista, può essere definita utopica o distopica. Nella” Comunità” vivono un certo
numero di “famiglie” caratterizzate dalla presenza di un individuo maschile e uno
femminile che si prendono cura di uno o più bambini, e vivono in “unità
abitative”. I bambini, però, non sono figli dei genitori con i quali abitano; nella
Comunità i “neobimbi” vengono prodotti geneticamente e sono poi generati da
specifiche donne, chiamate “partorienti” che svolgono questo compito di
mestiere. In questa società sono infatti proibiti i rapporti sessuali, il
contatto fisico e l’ intimità emotiva. Al fine di evitare il manifestarsi di
qualunque pulsione o desiderio che si allontani da quelli innocui e consentiti,
gli abitanti son costretti a fare un’iniezione mattutina, che li rende mansueti
e influenzabili.
Nella vita quotidiana della Comunità, ogni movimento
o parola viene costantemente controllato da telecamere invadenti e parlanti,
che ricordano agli individui di rispettare le regole e i tempi delle differenti
attività da svolgere. Non esiste il conflitto, che eventualmente viene subito
soffocato, allontanando chi lo ha provocato dal resto della Comunità per non
contagiarla. E, qui, non trovano spazio né il dolore, né la guerra, ma solo
dialoghi e sentimenti tiepidi e “intellettuali”, esprimibili a parole solo
tramite un’adeguata “precisione di linguaggio”.
Il governo è affidato a un Consiglio di anziani, al
vertice del quale si trova il Sommo anziano; tra i consiglieri, c’è il “donatore
di memorie”, ovvero colui che ha conservato il ricordo di com’era il mondo precedente,
nel quale dominava, pulsante , vivida e colorata, tutta la gamma delle
emozioni.
Secondo le leggi della Comunità, all’età di dodici anni,
durane una cerimonia, ad ogni bambino viene assegnato il suo compito –
mestiere, che dovrà svolgere per tutta la vita. Tra questi lavori, oltre a
quello della partoriente, c’è il puericultore, che si occupa dei neobimbi e
svolge altre mansioni, piuttosto inquietanti, il guidatore di droni, e il
raccoglitore di memorie, compito che sarà assegnato a Jonas, capace di “vedere
oltre”. Educato dal “Donatore” di memorie, Jonas ricorderà con grande dolore e
meraviglia e provando un fortissimo conflitto con i limiti che sono stati
imposti al suo corpo e alla sua mente per vivere in una società priva di
emozioni, cosa sono “il mondo a colori”, la vita, la spontaneità, la passione.
E tutto cambierà…
M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri
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