Una bigama di per sé fa scalpore. Ma se è vissuta
nel XVIII secolo, non può che essere chiamata “dissoluta”, come suggerisce il
titolo di questo romanzo di Alexandra Lapierre. Autrice di biografie di
personaggi intensi e rivoluzionari, come la pittrice Artemisia Gentileschi, Lapierre
ha scelto di raccontare le vicissitudini, realmente accadute, di una donna passionale, irriverente e scaltra.
Elizabeth Chudleigh “la contessa Kingdom” è di
origine nobile, ma non possiede un titolo. È bella, di una bellezza sensuale e carismatica che attrae, e non suscita la semplice contemplazione. Infatti, fin da bambina
ha sempre attratto a se animali, - che la seguivano quando passeggiava per la
campagna, formando un piccolo branco -, ed esseri umani, come se avesse avuto addosso
una calamita. Ovviamente gli uomini impazzivano per lei, a volte anche letteralmente,
sconvolti dalla passione torbida che suscitava in loro. Ma, come tutte le donne
molto amate ha sofferto per amore, e, anzi, sarà proprio un
matrimonio obbligato e scialbo a vincolare le sue scelte per gran parte della
vita. Nonostante questo, Elizabeth è una donna indimenticabile. Certo è eccessiva,
manipolatrice, audace, ma anche intelligente, perché riesce a risalire la china
della sua situazione iniziale per giungere addirittura alla corte dell’Imperatrice
Caterina II di Russia, che la accoglie come un'amica, affascinata dalla sua sfrontatezza.
Arrivò a vele spiegate, a bordo del suo panfilo, un’imbarcazione
grande come un vascello da guerra, di un lusso inaudito. Mai su nessun oceano
si era vista veleggiare una nave simile. Soprattutto mai si era vista una nave
simile a disposizione di una donna. Con impertinenza, l’aveva battezzata con il
proprio nome, o meglio con il titolo e il nome che la legge inglese le vietava
di portare. Si chiamava la duchessa di Kingston.
La svolta della sua esistenza giunge quando incontra William
Pulteney, conte di Bath, che intercede per lei per farla diventare damigella d’onore
della Principessa Augusta di Galles.
A corte Elizabeth sfoga il suo temperamento, per
cosi dire, dissoluto, in ogni senso. Ama il lusso, le feste, il gioco e i
flirt, e non modifica il suo modo di fare né quando diventa moglie né a seguito della separazione, dopo la quale continua ad accumulare debiti che vengono puntualmente saldati dai suoi
amanti. La donna si innamora dell’uomo che poi riuscirà a sposare, il duca di Kingston, con il quale vivrà un storia di affinità elettive e passione che la renderà
finalmente felice.
Lo spettacolo a cui davano vita, seduti l’uno di
fianco all’altra sulla riva, sotto la pioggia, sarebbe rimasto impresso nelle
memoria dei servitori di Percy Lodge. La coppia poteva pescare per giorni
interi sotto il diluvio.
Quando però, i due convoleranno a nozze, lei sarà ancora sposata con il precedente marito. Da questa
vicenda di bigamia nascerà uno dei processi più chiacchierati e famosi dell’epoca,
che dovrà giudicare quello che, in quei tempi, è un crimine di stato, punibile con la forca.
Riuscirà Elizabeth ad avere la meglio sui bigotti, come ha sempre fatto?
M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri