venerdì 5 dicembre 2014

MS Veronica Stella Artioli Barozzi presenta: “Il processo” di Frank Kafka


Assolutamente una delle opere più interessanti mai prodotte da Kafka. “Il processo” raccontala storia di Josef K., un signore che lavora come procuratore all’interno di un istituto bancario, che una mattina riceve la visita da parte di due sconosciuti direttamente nella sua casa, i quali lo dichiarano in arresto senza però arrestarlo formalmente. L’uomo, chiaramente spaventato, pensa subito ad un errore commesso dai due uomini e subito si muove per provare a risolvere il disguido. Quasi subito scopre però che è stato realmente avviato un processo nei propri confronti: la cosa che lo rende sempre maggiormente irrequieto è il fatto che non è a conoscenza ne delle cause di questo processo, dei suoi tempi, delle modalità. Di nulla insomma, è completamente all’oscuro di tutto. Per questi motivi decide di affidarsi ad un avvocato, sperando di far luce e risolvere in breve tempo l’intera vicenda. Purtroppo l’avvocato assume la medesima procedura e lascia il suo cliente nella totale oscurità, aumentando nuovamente le sue preoccupazioni. Ormai stremato l’uomo decide di rinunciare ai servizi offerti dal legale, non potendo riscontrare alcun miglioramento: in seguito a questa decisione l’uomo viene prelevato senza alcun preavviso, accompagnato in una cava e accoltellato a morte, la pena decisa dal tribunale. Il protagonista muore così senza sapere quali fossero le accuse a suo carico e senza alcuna possibilità di difesa.


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giovedì 4 dicembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi consiglia “La maschera della morte rossa” di Edgar Allan Poe



Da molti considerato il più grande scrittore del racconto gotico, Edgar Allan Poe pubblica La maschera della morte rossa nel maggio del 1842 sul Graham’s Magazine. Personaggio principale della storia è Prospero, un principe che decide di rintanarsi insieme ad amici e cortigiani in un palazzo per fuggire da una terribile pestilenza che sta decimando la popolazione, la Morte Rossa del titolo. Qui per cinque mesi tutto sembra funzionare alla perfezione, tra feste e giornate piene di allegria. Un giorno però Prospero decide di indire una festa in maschera e fa allestire sette stanze che rappresentano ciascuna un colore diverso: azzurro, verde, porpora, arancione, viola, bianco e nero. L’ultima stanza è talmente cupa che gli astanti la evitano, concentrandosi nelle altre sei. Nel bel mezzo della festa, proprio all’interno della stanza nera compare un uomo che indossa un sudario rosso sangue e una maschera raffigurante un cadavere. Tutti gli invitati si tengono alla larga dall’individuo che attraversa, tra lo sconcerto dei presenti, le sette stanze. Prospero, convinto che si tratti di uno scherzo, si scaglia contro l’uomo mascherato per eliminarlo ma cade a terra morto. L’ospite è la Morte Rossa, riuscita a farsi largo nel palazzo per ristabilire il suo “ordine”.

Pieno di metafore e rimandi allegorici, La maschera della morte rossa è uno dei racconti più conosciuti dello scrittore americano. Il tema portante della narrazione è quello della tragicità e dell’ineluttabilità del destino. La novità sta proprio nel non razionale, nella inevitabile sconfitta dell’uomo, che nulla può di fronte alla morte. Un racconto pieno di fascino e di mistero, che ha ispirato numerose trasposizioni cinematografiche, la migliore diretta da Roger Corman nel 1964.

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martedì 2 dicembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi invita alla lettura di: Monocolture della mente di Vandana Shiva

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


Monocolture della mente è una delle opere più importanti dell’attivista e ambientalista indiana Vandana Shiva. Le riflessioni dell’autrice si sviluppano lungo cinque saggi: Monocolture della mente, biodiversità: un punto di vista del Terzo Mondo; Biotecnologia e ambiente; I semi e il filatoio. Sviluppo della tecnologia e conservazione della biodiversità; La convenzione sulla biodiversità: una valutazione dal Terzo Mondo.
Durante il percorso tracciato dai saggi, si delinea l’essenza delle “monocolture delle mente”. Il testo parte dalla diretta osservazione della Shiva, che ha avuto modo di verificare quali e quanti danni apporti l’introduzione di alcune specie botaniche all’intero ecosistema di un luogo o di un ambiente circoscritto. Un esempio è la massiccia diffusione di piantagioni di eucalipto in India. Negli anni ’80 un programma di forestazione sociale - tramite piantagioni di questo albero - promosso dalla Banca Mondiale, ha causato l’impoverimento della diversità agricola, del suolo e dell’acqua, della biomassa e del cibo del territorio. Nel 1983 un movimento di contadini decise di sradicare le piante di eucalipto, sostituendole con semi di albero del pane, tamarindo, mango.
 Secondo l’autrice il progetto di riforestazione era finalizzato all’introduzione della monocoltura e alla conseguente distruzione della biodiversità, per poter ottenere un controllo centralizzato sull’agricoltura e dunque avere potere decisionale in materia di agricoltura e raccolti. Questa situazione di grave squilibrio viene acuita dall’introduzione di biotecnologie e dalla rivoluzione genetica in corso.

Ciò che vuole mettere in evidenza Vandana Shiva in questo testo è la doppia valenza distruttiva della monocoltura, e lo fa tracciando con tratto deciso una linea che collega biodiversità e cultura. Ogni elemento dell’ecosistema di una popolazione appartiene, infatti, anche alla sua cultura; una cultura fatta di tempi, spazi e tradizioni ma anche di elementi naturali, di alimenti, e, soprattutto, di unicità da preservare.

Con la lucidità che la contraddistingue, Vandana Shiva si sofferma a descrivere anche gli svantaggi dal punto vista economico relativi all'introduzione delle monocolture. La standardizzazione dei processi agricoli e l’omogeneizzazione delle specie comporta infatti una diminuzione della produttività e delle rese agricole, in quanto si tratta di sistemi agricoli poveri, sia dal punto vista quantitativo che da quello qualitativo. L’attivista indiana vuole suggerire, non troppo tra le righe, che il funzionamento delle cose in natura è perfetto ed il tentativo di modificarlo è un “andare contro natura”. Da questa riflessione approderà, dunque, ad un approfondito studio sulle biotecnologie e i loro danni all’intero sistema agricolo del cosiddetto “Terzo Mondo”, piaga dei poveri al centro dei suoi numerosi interventi e conferenze di denuncia in giro per il mondo.

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venerdì 28 novembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi consiglia “Ciò che inferno non è” di Alessandro D’Avenia


Ambientato a Palermo, Ciò che inferno non è racconta la storia di Federico, un diciassettenne alla ricerca di se stesso. In procinto di partire per una vacanza a Oxford, il giovane incontra un professore di religione, Padre Pino Puglisi, che lo invita a fare volontariato nel quartiere, prima della sua partenza. Federico accetta la sua proposta, senza rendersi conto che questo sarà soltanto il preludio a una nuova vita. All’interno di quei vicoli, il giovane si troverà ad avere a che fare con la dura legge di Cosa Nostra ma anche con ragazzi che guardano con fiducia al futuro e che sperano in un giorno migliore.

Ambientato in una lunga estate, il libro di Alessandro D’Avenia narra il percorso di crescita di un adolescente, la sua trasformazione. Un racconto sul quotidiano, sull’esperienza di tutti i giorni. Un romanzo che parla della nostra vita e dell’importanza di ritornare bambini per assaporare tutto quello che inferno non è.

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giovedì 27 novembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia “Un giorno questo dolore ti sarà utile” di Cameron Peter



James Sveck è un ragazzo di diciotto anni, figlio di genitori separati che vive a New York. Terminata la scuola e fermamente deciso a non frequentare l’università per precise ragioni, James occupa le sue giornate all’interno della galleria d’arte della madre.  Incalzato dal desiderio dei genitori a diventare un ragazzo cool e realizzato, James inizia a cercare in rete una casa nel Midwest. Il desiderio che lo muove è la ricerca di un posto tranquillo e isolato dove coltivare in pace i suoi interessi e le attività preferite per il resto della vita, lontano dalla madre, gallerista con tre matrimoni alle spalle, e dal padre, Peter Pan incallito con il vizio della chirurgia. Come il giovane Holden, James è sospeso tra l’infanzia schifa e le cose da matti del mondo dei grandi, incapace di omologarsi alla massa.


Opera dello scrittore statunitense Peter Cameron, il romanzo è una descrizione in prima persona di James Sveck. Un racconto della sua vita e delle ragioni che l’hanno portato a diventare un disadattato, un personaggio non omologato con la massa. Affiancato molte volte al protagonista de Il Giovane Holden, James si descrive come un ragazzo che non ha alcuna affinità con i suoi coetanei facendo emergere alcuni complicati aspetti dell’animo umano.  Scritto seguendo uno stile lineare e asciutto, senza virtuosismi eccessivi, l’opera mette in risalto anche la complessità della mente umana con turbini di ragionamenti, desideri e speranze che, se espresse ad alta voce, rischiano di scapare e diventare ingestibili.  

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martedì 25 novembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia: Madame Bovary di Gustave Flaubert


Madame Bovary racconta la storia di una donna che va in sposa a un medico di campagna, uomo mite e mediocre. I due hanno caratteri e temperamenti completamente diversi; Emma Bovary è inquieta, sognatrice, adora il lusso e l’amore romantico, mentre il marito, Charles, la costringe a fare una vita monotona e solitaria e molto noiosa. Un giorno, grazie alle conoscenze del marito, Emma partecipa ad una serata a corte e balla con alcuni uomini appartenenti all’alta società. Da quel momento in poi, il suo sogno sarà quello di far parte di quel mondo e diventerà sempre più insofferente alla sua vita ordinaria. L’inquietudine di Emma colpisce Charles, che pensa sia meglio trasferirsi in un altro villaggio, che si rivela triste e monotono come il precedente. Qui, Emma viene corteggiata da Leon Dupuis, un giovane studente di giurisprudenza con il quale sembra avere in comune la visione della vita. Successivamente, Emma instaura una relazione con un ricco proprietario terriero e decide di fuggire con lui. L’uomo, però,  la abbandona perché non la ama veramente. Shocckata dalla vicenda, Emma si ammala gravemente e cerca conforto nella religione. Dopo un po’ di tempo, la donna incontra nuovamente Leon e i due iniziano una relazione continuativa e intensa. Per andare a fargli visita, Emma mente al marito dicendogli che va a lezione di pianoforte. Nel frattempo spende una grande quantità di denaro, facendo acquisti costosissimi, pagati dagli amanti, tanto che la gente del villaggio inizia a sospettare che ci sia qualcosa sotto… Da quel momento in poi, la vita dell’infelice donna precipita sempre più nel baratro della paura e della depressione. Il tragico finale, rappresenta la crisi degli ideali romantici. Flaubert vuole ammonire sulla perniciosità della vita borghese ed esaltare l’amore per il sogno e la vita, incarnato dal personaggio di Emma.


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lunedì 24 novembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta: “La svastica sul sole” di Philip K. Dick


Quante volte ci siamo posti la famosa domanda “Come sarebbe andata se…”? Philip K. Dick prova a rispondere a una di queste domande nel suo racconto “La svastica sul sole”, un racconto ucronico in cui l’autore prova ad immaginare cosa sarebbe successo se nel corso del secondo grande conflitto mondiale la Germania di Hitler non fosse stata sconfitta. La guerra è terminata, tedeschi e giapponesi sono riusciti a sconfiggere gli alleati (il Presidente americano Roosvelt è stato assassinato nel 1933 da un cittadino di nazionalità italiana) diffondendo l’ideale nazista in tutto il globo. Anche l’America subisce questa influenza e nel post 1945 risulta divisa in 3 grandi regioni differenti: gli stati delle montagne rocciose, una sorta di intermezzo tra gli altri due, la costa orientale sotto il controllo dei tedeschi e la costa occidentale dominata dall’impero giapponese.
Nel racconto si stagliano le vicende di un gruppo di personaggi che si ritrovano costretti a vivere in prima persona questa difficile situazione: c’è un orafo di origine ebrea, Frank Frink, che decide di modificare il proprio cognome per non essere riconosciuto e salvarsi dalle continue persecuzioni naziste, la sua ex moglie Juliana che di mestiere fa l’insegnante di arti marziali, Childan, un vecchio antiquario al soldo dei giapponesi ma che ammira segretamente l’operato nazista, Nobosuke Tagomi, un funzionario giapponese e infine Baynes, un uomo d’affari di origine svedese. Le storie di questi cinque personaggi vengon ad intersecarsi quando inizieranno i vari complotti organizzati dalle potenze vincitrici e che avranno differenti ripercussioni. Ognuno dei personaggi di questa storia sarà colpito da una profonda rivelazione riguardante il mondo in cui vivono che metterà loro davanti quanto realmente sia mostruoso.



Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

venerdì 21 novembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi presenta: il Diario di Etty Hillesum

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

Lucida testimone dell’orrore dell’Olocausto, che riesce, nonostante tutto, a non giudicare, mettendosi dunque dalla parte dell’odio, Etty Hillesum regala un diario – romanzo ricco di spunti di riflessione. A differenza di un’opera ad esso assimilabile, il diario di Anna Frank, che si concentra più sulla descrziione di tempi, luoghi ed emozioni di quei terribili momento tdi angoscia, il Diario di Etty è testimonianza interiore, in un percorso a metà strada tra misticismo, spiritualità e psicologia, presenza costante in tutto il libro. Dalle parole della giovane ebrea si evince il suo sentire nei confronti della tragedia che la circonda; non capisce il perché di tanta violenza e non è disposta ad abbassarsi al livello dei suoi carnefici “ Se uno delle SS dovesse prendermi a calci fino alla morte, alzerei gli occhi per guardarlo in viso e chiederei per puro interesse nei conronti dell’umanità: mio Dio, ragazzo, che cosa mai ti è capitato nella vita di tanto terrificante da spingerti a simili azioni?”.
Etty è un personaggio indimenticabile anche per il suo irriducibile ottimismo e la speranza, che la abbandona solo per pochi attimi. La ragazza cerca di vivere una vita il più normale possibile e continua a fare progetti e a coltivare sogni e sentimenti. Nel diario racconta la sua relazione con il chirologo Julius Spier, che rappresenta uno spiraglio di luce che le da, spesso, la forza di combattere. Etty lascia ai suoi lettori un commovente messaggio di speranza, ricordando che ogni cosa, nel mondo, è collegata all’altra, e non è quindi possibile perpetrare l’odio verso un essere che fa parte di quell’uno..

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


mercoledì 19 novembre 2014

M.S. Veronica Artioli suggerisce “Ciulla, il grande malfattore” di Dario Fo e Pietro Sciotto




Nel 1884, tra scandali finanziari, abusi edilizi, corruzione politica e una crisi economica che impoverisce le masse, giunge a Roma Paolo Ciulla, un giovane catanese mosso dall’entusiasmo  per il disegno e l’architettura. Senza conseguire alcun successo nel settore, Ciulla qualche anno dopo sfrutta il suo genio per intraprendere l’attività di falsario. In una Sicilia sconvolta dalla repressione degli scioperi agrari e il movimento dei fasci siciliani, Ciulla pone le basi per l’inizio di quella che si può definire una grande carriera nella falsificazione, di banconote. Muovendosi costantemente tra laboratori, stamperie, banche e taverne, presto il protagonista si trasforma in un paladino per poveri e persone economicamente aggravate dalla crisi. Paolo Ciulla ormai anarchico, criminale e benefattore diventa anche il protagonista di uno dei più grandi processi mediatici del Paese, conquistando il riconoscimento pubblico di italianissimo genio.


Opera scritta in cooperazione tra il drammaturgo Dario Fo e lo scrittore Pietro Sciotto, “Ciulla, il grande malfattore” narra le avventure del famoso Paolo Ciulla, artista italiano noto prevalentemente come falsario, nato il 19 marzo 1867 a Caltagirone. Scritto con uno stile trascinante, il romanzo rimanda il lettore nell'Italia del Novecento, un periodo storico tra i più lunghi, iniziato nel 1861 e non ancora finito. 

Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

martedì 18 novembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta: “Archeologia del presente” di Sebastiano Vassalli


Fourier, Marx, Lenin, Reich, Engels, Gramsci, Marx, Mao, Marcuse, Rousseau, Freud, Whitman, Foucault, Illich, De Bartolomeis, Jung, Don Milani: sono solo alcuni degli autori citati all’interno dell’opera.
Il romanzo vuole raccontare la generazione del ’68, dei giovani che credevano di poter rivoluzionare il mondo, dei pregi e delle contraddizioni che il movimento sessantottino si porta tutt’ora dietro, e lo fa raccontando la storia di una coppia, Leo e Michela Ferrari, profondamente convinti delle idee del tempo.
I due ragazzi si conoscono all’università nel corso di un’occupazione studentesca: entrambi riescono a trovare un lavoro come insegnanti all’interno di un istituto tecnico e decidono di sposarsi. Da ragazzi si ritrovano in un attimo adulti, mantenendo però gli stessi ideali di sempre; vivono in prima persona tutte le vicende della nuova sinistra italiana contraddistinta dalla comune, dall’antididattica, dall’antipsichiatria, dal femminismo, dal pacifismo, dall'ecologismo, dalle filosofie orientali, dalla difesa dei diritti umani, dalla medicina alternativa, dalla società multietnica, dall'animalismo, dalla lotta contro il nucleare e dalla pena di morte.
Leo e Michela sono realmente intenzionati a cambiare il mondo e combattono ogni giorno per quello in cui credono, non solamente a parole ma entrando loro stessi nelle battaglie e prendendo botte, calci e pugni: nel corso di queste lotte si accorgono però che non tutto è come loro credevano, non tutto è bianco o nero, ma vi sono diverse sfumature al loro interno. Le vittime risultano così non essere sempre innocenti come loro credevano, all’interno del loro partito a fianco degli idealisti come loro si nascondono numerosi arrivisti, approfittatori, furbi e opportunisti. La conclusione del libro lascerà con l’amaro in bocca e porterà anche a capire che siamo giunto poco a poco ad “un’epoca senza più passioni e senza grandi emozioni”.


Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

lunedì 17 novembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi consiglia “La verità dell’Alligatore” di Massimo Carlotto



Romanzo noir di Massimo Carlotto, La verità dell’Alligatore è il primo dedicato alla figura di questo investigatore borderline, ex detenuto che ha scontato una pena di 7 anni per un omicidio mai commesso. Amante del blues e del calvados, l’Alligatore vive a Padova e, durante uno dei suoi concerti, viene incaricato di ritrovare un detenuto in libertà provvisoria che sembra essere scomparso. L’uomo è accusato nuovamente di omicidio e tutti gli indizi potrebbero far pensare a un caso piuttosto semplice. In verità la realtà è ben diversa da quanto immaginato dall’investigatore, che si ritrova coinvolto in una trama complicata, nella quale si troverà costretto a mettere in gioco persino la sua vita.

Massimo Carlotto, inserendosi nella tradizione noir italiana e ispirandosi parzialmente al Duca Lamberti di Scerbanenco, con La verità dell’Alligatore realizza un romanzo teso, avvincente e pieno di colpi di scena. La storia è in parte autobiografica: lo stesso scrittore è rimasto in carcere per diversi anni, vittima di un errore giudiziario. La profondità dei personaggi, l’ambientazione nel Nord-Est e la complessità tematica rendono questa opera assolutamente imprescindibile per tutti gli amanti del giallo all’italiana. Carlotto è infatti uno dei pochissimi autori in grado di trovare poesia nelle pieghe più oscure della società e della realtà contemporanea.

MS Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei Libri

venerdì 14 novembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi suggerisce la lettura di "Il Mercante di Venezia" di William Shakespeare

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


Opera teatrale di William Shakespeare di grande attualità e potenza emotiva ambientata nella Venezia del XVI secolo, Il Mercante di Venezia, si rivolge allo spettatore con un ammonimento, pronunciato da uno dei personaggi principali:

“Io considero il mondo per quello che è: un palcoscenico dove ognuno deve recitare la sua parte.”

Bassanio si innamora, ricambiato, della bella ereditiera Porzia. Per poterla corteggiare chiede un prestito al suo migliore amico Antonio, un ricco mercante, il quale è costretto a rifiutare perché ha investito tutti suoi averi nella spedizione commerciale di tre navi. Si offre, comunque, come garante per chiedere un prestito all’usuraio ebreo Shylock, con il quale ha, tra l’altro un po’ di conti in sospeso. Shylock accetta di erogare il prestito a patto di ricevere una libbra della carne di Antonio qualora lui non riuscisse a restituire il prestito.

Ora che ha il denaro per conquistare la mano di Porzia, Bassanio si reca a Belmonte, dove abita la bella ereditiera, ma scopre che, per poterla sposare deve risolvere l’indovinello dei tre scrigni. L’uomo riesce a risolverlo, scegliendo il più modesto tra i tre scrigni che gli vengono proposti e sposa Porzia. Nel frattempo, la vita di Shylock, ebreo ortodosso, viene sconvolta dalla figlia, che fugge di casa per sposare un cristiano amico di Antonio e Bassanio, portando con sé 2000 ducati e l’anello della madre defunta. Nel frattempo, Antonio è preoccupato per le sue navi, che sono disperse in mare e gli rendono impossibile saldare il debito. Allo scadere dei tre mesi, Shylock porta Antonio davanti al Doge e alla Corte, chiedendo che si rispetti il patto della libbra di carne. Per salvare il suo amato, Porzia, come altri personaggi femminili shakespeariani, si traveste da uomo, precisamente da “avvocato Dottor Bellario” e cerca di risolvere la questione con la logica e l’astuzia. L’atto nel quale si svolge il processo è particolarmente affascinante: qui si manifesta il potere dell’ingegno umano davanti alle difficoltà, l’orgoglio, l’umiliazione, la speranza e la paura. Un crogiolo di emozioni e colpi di scena dai quali emerge tutta la potenza narrativa di Shakespeare. 

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

giovedì 13 novembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta: “Metà di un sole giallo” di Chimamanda Ngozi Adichie


Il romanzo racconta i mille volti dell’Africa, vissuti e descritti con minuzia di particolari dai diversi protagonisti dell’opera. Il racconto inizia con il giovane Ugwu, un ragazzo proveniente da uno dei numerosi villaggi africani, il quale inizia a lavorare come servo nella casa di uno strambo professore di matematica: qui scoprirà per la prima volta cosa significhi avere nella propria casa un lavandino con acqua corrente, che le notizie non vengono trasmesse solamente oralmente ma anche tramite l’utilizzo di apparecchi speciali (i radiogrammofoni) e capirà che il mondo è molto più vasto rispetto ai confini del suo villaggio di provenienza. Qui si incrociano numerose storie di personaggi diversi, le quali saranno però tutte sconvolte da un tragico avvenimento storico che segnerà le loro vite per sempre: siamo infatti a cavallo del 1967 quando la Repubblica del Biafra decide di proclamare la propria indipendenza dalla Nigeria, provocando una delle più terribili guerre civili mai avvenute. Ogni personaggio vivrà a proprio modo l’intera vicenda, dalla quale potrà apprendere importanti lezioni di vita e da cui sarà costretto ad ingegnarsi per sopravvivere. Ognuno dei differenti mondi sarà travolto dalle vicende costringendo a rivalutare i concetti di felicità, dolore, generosità, crudeltà, amore e gelosia.


Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

mercoledì 12 novembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia la lettura di “Limonov” scritto da Emmanuel Carrère



Limonov, il protagonista del romanzo non è un personaggio nato dalla mente dello scrittore, ma è una persona reale, che esiste veramente. Da teppista in Ucraina, idolo dell’underground sovietico e clochard, passando per il ruolo di domestico per un facoltoso uomo di Manhattan e scrittore di moda a Parigi, ora il protagonista ricopre il ruolo di vecchio capo carismatico di un piccolo partito di desperados nella confusionaria epoca post-comunista. Limonov si vede e descrive come un eroe, ma per molti aspetti si può considerare anche una carogna. Il romanzo è un racconto della particolare ed entusiasmate vita di Eduard Limonov, un personaggio capace di trasmettere sensazioni e sentimenti contrastanti senza mai cadere nella mediocrità. Sia ubriaco lungo i marciapiedi di New York in seguito all’ennesimo divorzio, nei particolari e grotteschi salotti parigini o arruolato nelle milizie filoserbe, Limonov vive tutte le esperienze fino in fondo senza mai rinunciare.

Scritto dallo sceneggiatore e scrittore Emmanuel Carrère, l’opera racconta l’incredibile e spericolata vita di Eduard Limonov. La biografia del protagonista offre anche la possibilità di entrare in contatto con la situazione del popolo russo nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale.  Un libero che non ti aspetti, capace di trasportarti nella vita del protagonista, creando nel lettore sentimenti diversi e contrastanti come odio, compassione, amore e affinità. 

Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

martedì 11 novembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta: “Pastorale Americana” di Philip Roth


Pastorale Americana è un romanzo del 1997 composto dallo scrittore statunitense Philip Roth, il quale l’anno successivo è stato premiato con il premio Pulitzer per la narrativa. Il racconto è ambientato nel corso del qurantacinquesimo ritrovo annuale degli allievi di un istituto superiore americano in cui uno dei personaggi, Nathan Zuckerman (considerato un alter ego dell’autore in diversi suoi romanzi), incontra ed inizia a parlare con l’amico Jerry Levov. Jerry racconta a Nathan le vicissitudini che hanno colpito il fratello Seymour, da sempre idolatrato da tutti gli ex compagni grazie al suo successo in tre differenti sport. Nathan inizia così a costruirsi una vera e propria biografia del ragazzo, basandosi unicamente su alcuni incontri avuti con lui, alcuni ritagli di giornale e le poche notizie rivelategli dall’amico in precedenza.
Seymour Levov viene soprannominato “Lo svedese” a causa della capigliatura bionda e del fisico tipicamente nordico, è un ragazzo molto popolare anche grazie alla sua bravura nei principali sport americani (baseball, basket e football). Il padre è il titolare di una ben avviata fabbrica di guanti, la Newark Maid. In seguito la vita del ragazzo sembra andare sempre meglio: assume la gestione della fabbrica del padre, sposa la ragazza più bella del paese nonché miss New Jersey e vive in una splendida casa immersa nella natura. L’unico problema, se così si può definire, è rappresentato dalla sua unica figlia, Merry, la quale ha un piccolo problema nel parlare che la porta a balbettare. Il tempo passa, arrivano i duri anni della guerra in Vietnam e dei disordini razziali che devastano la città in cui Seymour vive con la famiglia e la figlia, ormai diventata grande, si unisce ad un movimento di estrema sinistra. Insieme a loro si renderà complice di un attentato ad un ufficio postale in cui un uomo perderà la vita: inizia da qui la lunga fuga della ragazza e il mondo del padre investirà i successivi anni tentando di ripristinare la propria famiglia. Tutti i suoi sforzi saranno vanificati nello stesso periodo in cui lo scandalo Watergate scuote disastrosamente gli Stati Uniti interi.


Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

venerdì 7 novembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta: “Lolita” di Vladimir Vladimirovič Nabokov


Il romanzo risale al 1955 e, appena uscito, suscitò subito un grandissimo scandalo per i temi trattati al suo interno: si parla infatti di un rapporto pedofilo tra un professore di mezza età e una studentessa dodicenne (di cui il professore è patrigno) chiamata Lolita nei momenti più intimi. Per questi motivi l’opera non fu pubblicata in russo, ma venne pubblicato in inglese nella città di Parigi e tradotto solamente 10 anni dopo.
Il professor Humbert Humbert è il narratore principale del racconto: l’uomo, reduce da un tentativo di matrimonio fallito e da un esaurimento nervoso, si trasferisce in New England e affitta una piccola stanza per dedicarsi alla scrittura. La stanza è situata all’interno della casa di una vedova, Charlotte, la quale vive in compagnia della figlia dodicenne, Dolores (ma soprannominata Lola). Humbert, nonostante la differenza d’età, si infatua immediatamente della ragazza. Nel frattempo la madre si innamora del professore, il quale acconsente a sposarla con l’unico scopo di poter stare vicino alla ragazza di cui si è innamorato. Charlotte scopre le intenzioni dell’uomo e, ancora sconvolta, fugge in strada e rimane uccisa da una macchina di passaggio. L’uomo inizia così a viaggiare lungo tutti gli Stati Uniti e, per circa un anno, prosegue in questo modo, pagando la ragazza per ottenere favori sessuali e minacciandola in caso contrario.
Dopo un lungo periodo la ragazza si ammala gravemente e, nel corso del ricovero in ospedale, riesce a sfuggire dalla persecuzione dell’uomo e, dopo altre peripezie, incontra finalmente un uomo che decide di sposarla e che non è a conoscenza del suo burrascoso passato: il professore finirà in galera e in attesa del processo scrive un libro di memorie intitolato “Lolita o le confessioni di un maschio bianco vedovo”.


Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

giovedì 6 novembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia "Undici minuti" di Paulo Coelho

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

Con “Undici Minuti” Paulo Coelho racconta un personaggio “scomodo”, una bellissima ragazza brasiliana giunta in Svizzera per fare la ballerina, che si trova costretta, invece, a dover fare “l’intrattenitrice” dei clienti del locale in cui lavora. Quella di Maria è una storia che accomuna tante donne, ma Coelho riesce a renderla unica e a trasmetterne il lato emotivo e poetico. Nel corso del romanzo il lettore percorrerà le tappe dell’educazione erotica e sentimentale della protagonista, che affronta le sue vicissitudini con filosofia, come se stesse partecipando ad una grande avventura. A un certo punto dovrà però guardarsi dentro, esplorando emozioni profonde e sconosciute, spesso spaventose perché troppo intense o malvagie, e per questo soffocate nell’inconscio.

Il titolo del romanzo si riferisce agli “undici minuti” che la giovane prostituta dedica a ogni cliente; una sequenza meccanica che suggerisce al lettore la prospettiva di Maria: per lei questo non è altro che lavoro e gioco. L’apice della storia viene raggiunto quando inizia a desiderare ciò che ha in fondo sempre cercato in ogni uomo, l’intensità e l’appagamento che non derivano dai sensi, ma da qualcosa di più. E, in un costante gioco di rimandi tra dentro e fuori - agevolato anche dalle riflessioni di Maria, raccolte in un diario - tra erotismo e sentimento, tra maschere e sincerità, la donna troverà la sua realizzazione nell’unione tra il suo corpo e la sua anima.

                                           M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri                                                    

martedì 4 novembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi consiglia “Stagioni diverse” di Stephen King


Pubblicata nel 1982, Stagioni diverse è una raccolta di quattro novelle che si discostano parzialmente dalle tematiche adottate solitamente da Stephen King. Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank narra la storia di Andy Dufresne, un banchiere che viene rinchiuso in carcere perché accusato dell’omicidio della moglie e dell’amante. Viene raccontata la sua detenzione, l’amicizia con Andy, il suo amore per i libri e infine l’evasione alla ricerca di una nuova vita. Un ragazzo sveglio è invece una novella che descrive il rapporto pericoloso che intercorre tra un tredicenne e un vecchio gerarca nazista. Il corpo si muove all’interno degli stilemi del racconto di formazione, narrando il viaggio (non soltanto fisico ma anche interiore) di un gruppo di ragazzini perdenti che partono alla ricerca del cadavere di un loro coetaneo. Il metodo di respirazione, la novella più affine allo stile di King, si apre invece in uno strano club dove i frequentatori si raccontano storie ai confini della realtà.

Definito da molti critici il suo migliore libro, Stagioni diverse si caratterizza per lo stile asciutto e per la qualità della prosa. Al tempo della sua uscita, nel 1982, questa raccolta di novelle rappresentò un esperimento, una scommessa: trattare temi non legati alle sue opere precedenti e svincolarsi dal filone horror che lo aveva contraddistinto. Una scommessa vinta: eccezion fatta per l’ultimo racconto, forse un po’ più debole, le novelle sono notevoli e vanno a completare un ideale riquadro delle quattro stagioni. Un libro consigliatissimo dal quale sono stati tratti tre film: Le ali della libertà, L’allievo e Stand By Me - Ricordo di un’estate.

MS Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei Libri

lunedì 3 novembre 2014

M.S. Veronica Artioli consiglia “Il meccanico Landru” di Andrea Vitali




A Bellano, un piccolo paese sul lago di Lecco, durante un freddo pomeriggio d’inizio gennaio del 1930, scendono alla stazione dei treni sei uomini malvestiti e con la barba lunga. E’ la squadra di meccanici che dovrà occuparsi del montaggio dei nuovi telai elettrici, richiesti dal cotonificio per ovviare a un momento di crisi economica con l’obiettivo di innalzare la produzione e diminuire il numero di addetti.  Non è solo questo l’unico turbamento che questi sei uomini portano nella quieta e piccola cittadina. Coinvolti subito in una memorabile rissa, gli operari turbano anche l’evento organizzato in onore delle nozze del principe Umberto e Maria Josè. Nel gruppetto d’irrequieti operai c’è Landru, un ragazzo dal nome bizzarro e dall’aria affascinate. A Bellano saranno in molti per diverse ragioni a sperare in un aiuto da parte del giovane e misterioso operaio per realizzare i loro desideri.

Opera dello scrittore italiano Andrea Vitali, “Il meccanico Landru” racconta le piccole e grandi vicissitudini della comunità di Bellano in un contesto storico caratterizzato dall’ascesa fascista e dalla Grande Depressione economica. Attraverso i “tipi” quali Il politico, il dirigente, il prete, la segretaria, il pubblico ufficiale, il capostazione e i meccanici, l’autore descrive la nostra vita sempre uguale e diversa, tra intrecci coinvolgenti e articolati. 

Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

venerdì 31 ottobre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta: “Ogni cosa è illuminata” di Jonathan Safran Foer


Jonathan è un giovane ragazzo americano di origini ebree, il quale decide di partire per un viaggio alla volta dell’Ucraina per cercare la donna che salvò la vita di suo nonno nel corso della seconda guerra mondiale: Augustine. Per affrontare il viaggio si avvale dell’aiuto di una guida, Alex, del nonno di Alex, un vecchio che si finge cieco, e del cane guida Sammy Davis Junior Junior. Nel corso di questo viaggio i tre protagonisti incontreranno diversi rocamboleschi personaggi che, a mano a mano, permetteranno loro di ripercorrere la storia delle deportazioni naziste e li accompagneranno nella visita a luoghi distrutti dai bombardamenti e ormai spariti dalle cartine. Nel corso di queste visite si intrecciano diverse storie che caratterizzano la vita di ognuno dei personaggi e che, in qualche modo, li hanno profondamente segnati come nel caso del nonno che ripercorre il momento in cui, ancora giovane, per salvarsi decide di denunciare un amico ai soldati tedeschi, causandone la morte. Tutte le differenti storie si intrecciano in un unico grande racconto ironico e straziante allo stesso tempo anche grazie all’uso di un linguaggio nuovo, giovanile ed adatto ai tempi, caratterizzato da continui salti temporali e flashback che l’autore ha utilizzato per raccontarci l’esperienza da lui realmente affrontata.


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giovedì 30 ottobre 2014

Il consiglio di MS Veronica Artioli Barozzi: “Dracula” di Bram Stoker



Scritto dall’irlandese Bram Stoker, Dracula è uno dei più importanti romanzi gotici. Narrato sotto forma di stralci di diari e lettere redatte dai protagonisti, il libro ha contribuito alla diffusione del mito del vampiro in tutto il mondo, con numerose trasposizioni sul piccolo e sul grande schermo, oltre che a teatro e nei musical. La grandezza del romanzo risiede proprio nella sua modernità, nell’aver ripreso una fonte storica e averla attualizzata all’epoca vittoriana, mettendo al centro del racconto un personaggio negativo ma carismatico. Si narra che la stesura del romanzo nacque da un sogno dello stesso Stoker, che partorì il giorno seguente la struttura del racconto e creò i protagonisti principali: oltre al Conte Dracula, Jonathan Harker, Van Helsing e Mina. L’atmosfera lugubre, il clima tetro, le descrizioni lunghe e dettagliate di luoghi e personaggi contribuiscono al pathos emozionale e alla tensione del romanzo, che si accumula fino allo scioglimento finale. Dracula per tutti questi motivi rappresenta un unicum nella storia della letteratura e, a distanza di oltre 100 anni, è ancora uno dei libri più letti, soprattutto dagli adolescenti.

MS Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei Libri

mercoledì 29 ottobre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia "La via di mezzo della conoscenza" di J.Varela, E.Thompson e E.Rosch

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La via di mezzo della conoscenza è un’opera scritta da tre ricercatori di differenti discipline, che hanno il comune obiettivo di comprendere il funzionamento e l’essenza della mente.
Questo testo può essere letto da molteplici punti di vista e risulterà sempre affascinante rivoluzionario. 

Partendo da una solida base teorica, ovvero soffermandosi sugli studi più recenti sulla mente, in particolar modo quelli cognitivi, e mettendo in luce l’incompletezza dei risultati ottenuti, gli autori cercano di sbrogliare la matassa nella quale si sono incastrati decine di studiosi appartenenti alle più disparate discipline. I tre ricercatori riescono a superare l’empasse con una soluzione che denota una grande umiltà e un vero amore per la ricerca: unendo le loro conoscenze e le loro forze. Varela, osservando il problema dalla sua prospettiva biologica, Rosch da quella psicologica, e Thompson da quelle filosofica. Operando un innovativo confronto degli studi “scientifici” occidentali con alcune teorie orientali, i tre studiosi riescono a far emergere una nuova concezione della mente, che va oltre la tradizionale visione di “computer” e “macchina”. Cercano dunque di svelare la vera essenza della mente, strumento che attesta la capacità senziente dell’essere umano, e che lo differenzia dagli animali. La mente indagata dai tre autori, come suggerisce il titolo originale dell’opera “The Embodied Mind. Cognitive Science and Human Experience”, è strettamente legata al corpo, il quale gioca un ruolo imprescindibile nella conoscenza del mondo.



M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

martedì 28 ottobre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia “Elogio della Follia” di Erasmo da Rotterdam




Elogio della Follia si apre attraverso un monologo introduttivo da parte della Follia, la quale, in prima persona, prende le distanze dai “mortali” lasciando trasparire la sua natura divina. Discendente diretta di Plutos, dio della ricchezza, e della Giovinezza, rileva di essere stata allevata dall’Ignoranza e dall’Ubriachezza entrando in stretto contatto con Vanità, Adulazione, Dimenticanza, Accidia e Piacere.

Davanti ad una platea gremita e meravigliata di uomini, la “dea” mostra quali e quanti benefici l’umanità riceve dalle sue mani. Senza la sua presenza e il suo intervento nulla nella vita potrebbe essere piacevole, conveniente e sopportabile. Con una satira feroce e un particolare esame critico verso la dottrina cattolica, la follia, continua il proprio intervento, colpendo trasversalmente l’intera umanità, tracciando un quadro dei principali vizi caratteristici della figura mortale. Senza risparmiare alcune pratiche della Chiesa cattolica Romana, la critica mossa dalla Follia verso l’umanità prosegue verso figure di prestigio quali Re e Papi ma senza citare Dio, unico essere perfetto con un pizzico di follia intrinseco. L’elogio della Follia termina con l’invito agli ascoltatori di scordare l’orazione e proseguire la vita secondo alcuni particolari canoni.


"Elogio della follia" è un saggio scritto nel 1509 dal teologo e filosofo olandese Erasmo da Rotterdam. Pubblicata per la prima volta nel 1511 e dedicata all’amico Tommaso Moro, tutto il manoscritto è basato sul gioco del doppio significato, come il titolo originale “Moriae Encomium” traducibile in “Elogio di Moro”.  Nella dedica verso quest’ultimo l’autore conferma lo stile satirico e ironico dell’intero saggio. Scritto con toni veramente persuasivi e pungenti, l’autore s’immedesima nella Follia e attraverso un comizio pubblico critica la società corrotta del ‘500, evidenziando d’altro canto come lei sia la vera dominatrice dell’umanità. Elemento indispensabile nella vita dell’uomo poiché esistenza stessa della società, la Follia è descritta come unica guida per accedere alla vera sapienza per ciascun uomo, sia egli un ecclesiastico o un laico, un saggio o un ignorante, un potente o un umile. 
Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

lunedì 27 ottobre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta: “L’incendio dei sogni – Trentatrè inquadrature” di Luca Doninelli


Viviamo in un modo dominato da pubblicità, spettacoli, film e telefilm che, pian piano, si stanno confondendo con le nostre vite reali e con il nostro passato. In seguito a determinati accadimenti può succedere che le nostre biografie si mischino con quel grande ammasso di visioni, suoni, forme, parole e figure, immagazzinate nella memoria. È ciò che accade al narratore del racconto, il quale perde il controllo della propria memoria e viene travolto da tutte le immagini avidamente raccolte lungo tutto il suo percorso: è così che ogni ricordo assume una denotazione horror, comico, sentimentale, western, fantascientifico, thriller, drammatico, storico. Ogni singolo ricordo viene trasformato in una scena di repertorio in cui compaiono anche scene vere e proprie di film reali (Stanlio e Ollio, David Lynch, Hitchcock), le quali risultano però modificate, disturbate e mischiate con gli avvenimenti realmente accaduti. Il romanzo si compone di trentatrè brevi storie cinematografiche, indipendenti le une dalle altre, non riportate fedelmente ma vere e proprie rielaborazioni basate sull’esperienza dello spettatore. Il quale le ricorda e le colloca nella sua memoria in riferimento a determinati dialoghi, personaggi e situazioni.


Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

giovedì 23 ottobre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta: “Niente di nuovo sul fronte occidentale”


Le vicende narrate sono ambientate nel periodo che intercorre tra il 1915 e il 1918, caratterizzato dal primo grande conflitto mondiale. I protagonisti sono un gruppo di ragazzi appena diciottenni compagni di scuola, i quali vengono convinti dal loro professore a prendere parte alla grande guerra arruolandosi nell’esercito tedesco per difendere l’onore della patria, ottenendo successo ed onore. I ragazzi, mossi da sentimenti nazionalisti, seguono il consiglio del loro professore e partono. Sin da subito i ragazzi capiscono di aver sottovalutato cosa in realtà sia la guerra e di cosa comporti: sono proiettati in un mondo duro e caratterizzato da continue sofferenze. I ragazzi saranno costretti a vivere ogni giorno il dramma della morte dei soldati e dei propri amici che, uno ad uno, sacrificano la propria vita in nome della guerra. Con il passare del tempo i ragazzi si specializzano sempre più, riuscendo a riconoscere “il suono del pericolo” e imparando come difendersi nelle situazioni più disparate. Nei pochi momenti di tranquillità i giovani amici riflettono insieme sulle loro vite, sulla guerra e sui nemici, ritenuti brave persone a cui è toccata la loro stessa sorte. Dopo parecchio tempo uno dei ragazzi ottiene il congedo e ha la possibilità di rientrare a casa: una volta rincasato si rende però conto di quanto quel mondo non gli appartenga più e di come la guerra lo abbia cambiato irrimediabilmente, imprimendo in lui un ricordo che non gli consentirà di vedere mai più le cose allo stesso modo. Disorientato il ragazzo decide di riprendere la vita militare, rientrare in trincea e riprendere a combattere in prima linea.


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mercoledì 22 ottobre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi presenta: La Dissoluta di Alexandra Lapierre

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Una bigama di per sé fa scalpore. Ma se è vissuta nel XVIII secolo, non può che essere chiamata “dissoluta”, come suggerisce il titolo di questo romanzo di Alexandra Lapierre. Autrice di biografie di personaggi intensi e rivoluzionari, come la pittrice Artemisia Gentileschi, Lapierre ha scelto di raccontare le vicissitudini, realmente accadute, di una donna passionale, irriverente e scaltra.

Elizabeth Chudleigh “la contessa Kingdom” è di origine nobile, ma non possiede un titolo. È bella, di una bellezza sensuale e carismatica che attrae, e non suscita la semplice contemplazione. Infatti, fin da bambina ha sempre attratto a se animali, - che la seguivano quando passeggiava per la campagna, formando un piccolo branco -, ed esseri umani, come se avesse avuto addosso una calamita. Ovviamente gli uomini impazzivano per lei, a volte anche letteralmente, sconvolti dalla passione torbida che suscitava in loro. Ma, come tutte le donne molto amate ha sofferto per amore, e, anzi, sarà proprio un matrimonio obbligato e scialbo a vincolare le sue scelte per gran parte della vita. Nonostante questo, Elizabeth è una donna indimenticabile. Certo è eccessiva, manipolatrice, audace, ma anche intelligente, perché riesce a risalire la china della sua situazione iniziale per giungere addirittura alla corte dell’Imperatrice Caterina II di Russia, che la accoglie come un'amica, affascinata dalla sua sfrontatezza.

Arrivò a vele spiegate, a bordo del suo panfilo, un’imbarcazione grande come un vascello da guerra, di un lusso inaudito. Mai su nessun oceano si era vista veleggiare una nave simile. Soprattutto mai si era vista una nave simile a disposizione di una donna. Con impertinenza, l’aveva battezzata con il proprio nome, o meglio con il titolo e il nome che la legge inglese le vietava di portare. Si chiamava la duchessa di Kingston. 

La svolta della sua esistenza giunge quando incontra William Pulteney, conte di Bath, che intercede per lei per farla diventare damigella d’onore della Principessa Augusta di Galles.
A corte Elizabeth sfoga il suo temperamento, per cosi dire, dissoluto, in ogni senso. Ama il lusso, le feste, il gioco e i flirt, e non modifica il suo modo di fare né quando diventa moglie né a seguito della separazione, dopo la quale continua ad accumulare debiti che vengono puntualmente saldati dai suoi amanti. La donna si innamora dell’uomo che poi riuscirà a sposare, il duca di Kingston, con il quale vivrà un storia di affinità elettive e passione che la renderà finalmente felice.

Lo spettacolo a cui davano vita, seduti l’uno di fianco all’altra sulla riva, sotto la pioggia, sarebbe rimasto impresso nelle memoria dei servitori di Percy Lodge. La coppia poteva pescare per giorni interi sotto il diluvio. 


Quando però, i due convoleranno a nozze, lei sarà ancora sposata con il precedente marito. Da questa vicenda di bigamia nascerà uno dei processi più chiacchierati e famosi dell’epoca, che dovrà giudicare quello che, in quei tempi, è un crimine di stato, punibile con la forca. Riuscirà Elizabeth ad avere la meglio sui bigotti, come ha sempre fatto?

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martedì 21 ottobre 2014

Il consiglio di MS Veronica Artioli Barozzi: “La morte non dimentica” di Dennis Lehane



Scritto da Dennis Lehane nel 2001, La morte non dimentica è un romanzo noir che racconta la vita di tre ragazzini originari di Boston, Dave Boyle, Sean Devine e Jimmy Marcus. La loro esistenza viene sconvolta quando Dave viene rapito e riesce a fare ritorno a casa dopo 4 giorni di terribili sofferenze. Dopo questo episodio, la narrazione si sposta in avanti per un arco di 25 anni: Jimmy è un ex criminale “redento” che, a seguito della morte della moglie, si è ripulito diventando proprietario di un negozio di alimentari; Sean è un poliziotto della omicidi segnato dalla separazione dalla moglie; Dave invece si è sposato, ha un figlio ma sembra ancora profondamente turbato da quello che gli è successo durante l’infanzia. Le loro vite si incrociano nuovamente quando una delle figlie di Jimmy viene trovata morta: il caso viene affidato a Sean e Dave diventa uno dei principali sospettati. Ma che cosa è successo veramente quella notte? Può la vita di un individuo riprendere serenamente dopo che si è persa l’innocenza?

La morte non dimentica scardina i meccanismi del thriller e diventa una metafora crudele e nera dell’esistenza. Lehane racconta un’amicizia infantile infranta dalla violenza e l’impossibilità di essere innocenti in un mondo difficile. La forza del romanzo risiede proprio nella delineazione dei personaggi, descritti nella loro complessità e ambiguità. Con questo libro Lehane si conferma ancora una volta un narratore impareggiabile del lato oscuro dell’umanità.
Clint Eastwood ha tratto da questo libro Mystic River, magistrale thriller che ha per protagonisti Sean Penn, Tim Robbins e Kevin Bacon.

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lunedì 20 ottobre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia “Cuore” di Edmondo De Amicis




Cuore è uno tra i più famosi romanzi pubblicati all'interno della narrativa Italiana per ragazzi.
Scritta dal pedagogo e scrittore italiano, Edmondo De Amicis, l’opera si presenta come sorta di diario, dove Enrico Bottini, alunno della scuola elementare nella città di Torino, annota alcuni avvenimenti legati alla sua vita e sui compagni durante l’anno scolastico 1881-82. Intervallando le note inerenti a ciò che il protagonista vede, sente e pensa con i diversi “racconti mensili” proposti dal maestro d’elementari Perboni, l’opera è un testo chiaro ed esplicativo dei valori e le virtù civili quali l’amore per la patria, il rispetto, il sacrificio, l’eroismo, la carità e la pietà.

Il libro, pubblicato per la prima volta dalla casa editrice Treves nel 1886, fu un grande successo a livello nazionale per il forte richiamo all’Unità tra le regioni del Regno su aspetti culturali e politici. Focalizzato prevalentemente sul mondo dell’istruzione elementare, Cuore racconta aneddoti e avvenimenti inerenti ai compagni di avventura del protagonista evidenziando l’importanza dell’educazione, e la disciplina come elementi necessari per la formazione. Ogni compagno di scuola è descritto con precisione e scrupolo, portando in primo piano le caratteristiche che più rispecchiano il personaggio. In alternanza ai racconti del protagonista sulle immancabili figure scolastiche quali lo studioso, l’astuto e l’intelligente, l’opera presenta sotto forma di lettere anche il punto di vista degli adulti su tematiche inerenti a difficoltà e delusioni di tutti i giorni.

Attraverso l’uso di un vocabolario semplice e lineare adatto alla figura del protagonista, l’autore centra l’obiettivo di proporre un valido ed espressivo estratto della situazione del Paese tra il 1878 e il 1886, nonché l’impegno da parte della popolazione di superare le diversità sociali e culturali a favore dell’Unità.

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

venerdì 17 ottobre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia: Giordano Bruno di Gabriele La Porta

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

Biografia completa del grande filosofo, si differenzia da molte altre opere simili per il coinvolgimento emotivo con il quale è la storia è narrata. L’autore Gabriele La Porta sembra sentire in modo particolare l’anima del filosofo degli eroici furori e ne condivide con grande pathos gioie e dolori, descrivendo con intensità ogni sua avventura o avversità. L’autore tenta di descrivere, immedesimandosi, gli stati d’animo del mago e ricercatore, anche quelli che i libri di filosofia non raccontano, come la frustrazione per il suo scontrarsi con l’ignoranza e la pochezza del suo tempo, che trovava ovunque egli si recasse. Descritta in un episodio particolare, nel quale il filosofo, ospite da un nobile inglese, viene sfidato da cinque uomini in un’arrogante gara di memoria.

L’angustia non gli giunge dal timore della battaglia culturale, ma dalla constatazione che i cosiddetti dotti ignoranti, come li chiama lui, sono sempre presenti in tutte le città, in tutti i paesi, in tutte le contrade. In nome del sapere dovrebbero, a suo modo di vedere, cercare di cementare le conoscenze, di unificare il maggior numero di informazioni. Invece odiano chiunque porti qualcosa di nuovo, detestano soprattutto chi vuole superare gli ambiti della letteratura, della filosofia, della religione, per tentare un quadro complessivo delle scoperte dell’umanità.

Il libro racconta le tappe più significative della vita di Bruno, delineando un percorso ideale che ne mette in luce il temperamento, raccontando le sue scoperte e le sue intuizioni. Un percorso lungo tutta l’Europa e oltre, durante il quale il filoso degli eroici furori esegue una personale ricerca e incontra i personaggi più importanti del tempo, influenzando, con la sua presenza, centinaia di esseri umani. La Porta racconta che Bruno amava risiedere nei piani più alti dei palazzi, perché gli piaceva osservare dall’alto il panorama, come per creare un distacco e un punto di vista alternativo, più lucido e meno identificato.

Nel libro si racconta della sua amicizia con Elisabetta d’Inghilterra, della sua influenza nelle opere di Shakespeare e delle sue lezioni all’Università, così sopra le righe quanto amate, e dei suoi soggiorni nelle più belle città d’Italia e d’Europa, che lui guardava sempre con occhi disincantati, ben al di là della loro perfezione architettonica e dei paesaggi. La Porta racconta che mentre il nolano viveva le sue intuizioni di infiniti mondi e si infiammava contro la mediocrità, soffriva di una grande malinconia, perché spesso sentiva di essere qualcosa di molto più di un corpo e aveva nostalgia di un luogo al quale non ha mai dato un nome.  

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giovedì 16 ottobre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta: “Lo straniero” di Albert Camus


L’opera si apre con un avvenimento drammatico: la morte della madre del protagonista del racconto, il signor Mersault, la quale si ritrovava rinchiusa all’interno di un ospizio nella città di Algeri. In seguito a questo fatto si inizia già a delineare il carattere più profondo dell’uomo, che non presenta alcun tipo di reazione; nel corso della cerimonia funebre si rifiuta di vedere il corpo della defunta madre e si colloca a fianco della bara bevendo caffè e fumando allegramente. Il racconto è presentato in prima persona rendendoci direttamente partecipi dei pensieri del protagonista.
Dopo la perdita, il signor Mersault inizia una relazione con una ex collega d’ufficio, Maria, incontrata quasi per caso su una spiaggia. La ragazza è follemente innamorata dell’uomo ma, sfortunatamente, non viene ricambiata ma vissuta dal protagonista solo come un desiderio fisico privo di sentimenti. Un giorno Mersault, su quella medesima spiaggia, si ritroverà quasi senza rendersene conto a commettere un omicidio: l’uomo spara ad un arabo e, senza alcun tipo di sentimento, continua ad infierire sul corpo inerte della vittima riverso sulla spiaggia.
Per il feroce crimine commesso, Mersault viene condotto in prigione e sottoposto ad un lunghissimo processo; nel corso dell’udienza viene posta una particolare attenzione non al terribile gesto compiuto, ma al fatto che l’assassino non dimostri di provare alcun tipo di rimorso per l’inconsulto gesto. Nonostante il duro lavoro svolto dall’avvocato il protagonista viene condannato alla pena di morte: nemmeno questo fatto riesce a smuovere l’animo dell’uomo che non tenta nemmeno di difendersi e rifiuta il perdono di Dio scacciando il prete.



Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

mercoledì 15 ottobre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi consiglia “La promessa” di Friedrich Dürrenmatt


Pubblicato nel 1958, La promessa è l’ennesima incursione nel genere giallo di Friedrich Dürrenmatt, scrittore svizzero che ha caratterizzato la sua produzione letteraria all’insegna del poliziesco e ponendo come concetto cardine quello della giustizia. Il romanzo racconta le vicende di Matthäi, un commissario dal fiuto infallibile che si trova costretto a indagare sul delitto raccapricciante di una bambina di 8 anni. Il titolo si riferisce alla promessa fatta ai genitori di scoprire chi si celi dietro alla macabra uccisione. Una promessa destinata a cambiare radicalmente la sua vita. Matthäi si impegna a fondo nella ricerca ma non riesce a trovare nulla e decide di abbandonare il suo posto al commissariato. La sua ferma volontà di arrivare allo scopo lo porta addirittura ad adottare una bambina che funga da esca, che spinga il maniaco a presentarsi nuovamente. Una lucida follia che si rivelerà fatale.

La promessa è il romanzo che rappresenta in maniera più concreta la tendenza alla provocazione e alla dirompenza di Dürrenmatt. Tutta l’opera è permeata dalla forza del Fato: non è possibile arrivare alla verità e alla giustizia attraverso la logica, è il caso a muovere i fili. Lo scrittore svizzero non si limita a rispettare i meccanismi del genere ma descrive il degrado morale, una rappresentazione tetra e tragica della società. La promessa è un grande romanzo che partendo dal genere arriva a toccare tematiche importanti, anche a livello metafisico.

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martedì 14 ottobre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi suggerisce “Nel caffè della giovinezza perduta” di Modiano Patrick





Nei pressi dell’Odèon, all’interno del quartiere latino parigino, un tempo si trovava Le Condè, un piccolo caffè, dove ogni sera, un po’ per noia o per abitudine, si ritrovavano aspiranti scrittori, giovani studenti e avventori misteriosi accumunati da un particolare passato o un travagliato destino. Tutti i giorni, all’interno del caffè, uno di questi particolari personaggi annotava i nomi dei frequentatori del locale, scrivendo per ognuno di loro anche la data, l’ora e il tempo in cui si soffermava all’interno del caffè. Le Condè, calamita per tutti i passanti, un giorno vede tra i diversi avventori Louki, una misteriosa ragazza capace di catturare lo sguardo e l’attenzione di tutti. Louki, come le diverse figure che la affiancano nel suo misterioso vagabondare per una Parigi ipnotica ed enigmatica, è un personaggio che vive momento per momento senza passato, rinascendo costantemente per inseguire un presente costante oppure l’Eterno Ritorno.  Louki è al centro di tutto, per quattro volte si cerca di indagare sulla sua storia e sulla sua vita, ma gli uomini che ne parlano semplicemente la cercano, la amano come una stagione della vita o un desiderio irraggiungibile.

Premio Nobel per la letteratura 2014, Patrick Modiano è uno scrittore e sceneggiatore francese che, attraverso l’opera, racconta la storia di una ragazza parigina poco più che ventenne alla ricerca costante di un particolare e specifico presente.  Attraverso quattro differenti punti di vista narrativi sono portati in evidenza gli aspetti più fragili della protagonista e dei ricordi all’interno di un ambiente affascinante e surreale come la città di Parigi. Come si percepisce già dal titolo, il romanzo presenta una serie di citazioni e riferimenti al filosofo Guy Debord, nonché il concetto inerente alla follia transitoria caratteristica degli anni della gioventù.  

Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

lunedì 13 ottobre 2014

MS Veronica Artioli barozzi presenta: “Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti


Il racconto è ambientato verso la fine degli anni ’70 in un piccolo paese del sud Italia in cui vive Michele, un bambino di 9 anni. Un giorno mentre gioca con un amico, Michele viene costretto a fare una penitenza, la quale consiste nell’entrare in una casa abbandonata. Una volta entrato, il ragazzo scopre che all’interno vi è un buco nascosto nel terreno, dentro cui gli pare di scorgere un corpo sotto ad un lenzuolo. Nei giorni successivi Michele ritorna alla casa e scopre che sotto il telo è nascosto un bambino, Filippo, con cui stringe amicizia ed inizia a parlare. Un giorno, rientrato a casa, il ragazzo vede alla televisione un annuncio della madre di Filippo che chiede la restituzione del figlio: da quel momento capisce che il giovane ragazzo è stato rapito, nascosto all’interno dell’edificio abbandonato e suo padre, insieme ad altri personaggi del paese, è complice del rapimento. Non riuscendo a tenere la sconvolgente notizia per se, Michele si confida con un amico il quale lo denuncia prontamente ai responsabili del rapimento; il papà venuto a conoscenza della cosa intima prontamente al ragazzo di non ritornare mai più nella casa. Michele ovviamente non ascolta le parole del padre e continua a far visita a Filippo sino a che, un giorno, scopre che è stato spostato in un altro luogo. Quella sera viene anche a conoscenza che il gruppo di uomini ha intenzione di uccidere il suo nuovo amico una volta ottenuto il denaro dalla famiglia: inizia così la sua sfrenata ricerca per scoprire il nuovo nascondiglio e, una volta trovato, aiuta Filippo a scappare; nel corso della fuga Michele verrà ferito dal padre il quale, non riconoscendolo, gli spara ad una gamba. I due verranno infine tratti in salvo dall’arrivo dei soccorsi, e tutti gli uomini arrestati.


Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

sabato 11 ottobre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi presenta: La grande fabbrica di parole di Agnès de Lestrade e Valeria Docampo

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La grande fabbrica di parole è un libro per bambini di Agnès de Lestrade e Valeria Docampo. Il testo ha vinto il Prix Papillotes 2010 e il Prix littéraire de la Citoyenneté 2010 ed è stato tradotto in 15 lingue.
Come la maggior parte dei libri per i più piccoli narra una storia semplice, descritta più dalle immagini che dalle parole, ma la sua delicatezza avvolge anche la mente e il cuore dei più grandi. La narrazione è ambientata in una città nella quale si parla poco, perché le parole si devono acquistare, come tutti gli altri beni, e sono prodotte industrialmente: è il paese della Grande Fabbrica delle parole. Esistono parole che costano poco e altre che sono, invece, carissime e perciò non vengono pronunciate quasi mai. Per strada, a volte, si incontrano persone che frugano tra i rifiuti per cercarne qualcuna, ma sono termini poco utili, che non interessano a nessuno. In certi periodi, i vocaboli vengono venduti a prezzi speciali ma, anche in questo caso, si rivelano degli oggetti inutili. La sera, i bambini si affacciano alla finestra con i retini per cercare di catturare qualcosa da poter dire ai genitori, dopo cena. Tra questi bambini c’è Philéas che si è innamorato della piccola Cybelle, ma è troppo povero per potersi permettere un “ti amo”. Così, un giorno, decide di esprimerle i suoi sentimenti con quello che ha trovato nel salvadanaio: “ciliegia, polvere, seggiola”, e lei sorride..  Il bimbo ha un rivale, ricchissimo, Oscar, che riesce a comporre per lei una dichiarazione a regola d’arte.. Ma Philéas si concentra e cerca di far uscire tutte le sue emozioni per Cybelle.. Come andrà a finire?

La Grande Fabbrica delle parole è un libretto prezioso che accarezza un mondo possibile nel quale si scopre il vero valore di ciò che non viene detto e che nessuna parola potrà mai descrivere. 

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giovedì 9 ottobre 2014

Il suggerimento di M.S. Veronica Artioli “Il Cinese” di Mankell Henning






Nella Svezia centrale, durante una delle più fredde giornate di gennaio, la polizia del paese di Hudiksvall scopre in un villaggio vicino alla foresta un orribile massacro, diciannove persone sono state uccise per mano di un probabile folle.  Nel corso della conferenza stampa a Helsingborg, il magistrato si rende conto che tra le molte vittime del massacro sono presenti persone che conosceva direttamente. Spinta da questa vicinanza con le vittime, Brigitta Roslin decide di occuparsi personalmente del caso. Il riprovamento di un nastro di seta rossa in una casa delle vittime, porta il magistrato a recarsi a Pechino dove il ritrovamento di un vecchio diario la porta a un viaggio a ritroso nel tempo. Coinvolta in un orribile gioco politico e con le indagini che portano verso una terribile storia di schiavitù e soprusi, Brigitta Roslin si trova a combattere anche con la brutalità del capitalismo e dei nuovi potenti, sempre pronti ad affermare il loro potere nella scena internazionale.


Scrittore e regista teatrale di origine svedese, Henning Mankell supera i suoi precedenti scritti, offrendo con l’opera “Il Cinese” un intrigo perfetto, appassionante che si snoda tra la Svezia di oggi, la Cina e l’America dell’ottocento.  L’opera vede una trama di assoluta intensità che porta il lettore a essere completamente rapito dalla vicenda con nuovi sviluppi e continui intrecci. Scritto con una forma semplice ma mai scontata e una precisa descrizione dei personaggi, il romanzo crea una suspense unica, tra il thriller politico e il romanzo storico. 

Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

mercoledì 8 ottobre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta: Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio


Il romanzo di Amara Lakhous, premio Flaiano per narrativa nel 2006, racconta la storia di Piazza Vittorio a Roma, uno dei quartieri più multiculturali della capitale in cui vivono persone di ogni tipo, ognuno con un’origine diversa e con la propria storia da raccontare.
La vicenda si apre con la scoperta del cadavere di un personaggio losco soprannominato “Il gladiatore” ritrovato all’interno di un ascensore condominiale, luogo di passaggio e discordia tra i vari inquilini del palazzo, da cui parte un’attenta indagine. Il sospettato principale è l’algerino Ahmed, conosciuto da tutti con il nome di Amedeo, che risulta sparito ma di cui tutti prendono le difese: i diversi personaggi che abitano lo stabile iniziano così a lasciare la propria testimonianza, che si rivela essere più uno spaccato delle esperienze di vita, delle riflessioni e dei sentimenti contrastanti che ogni giorno si incrociano in ragione di una condivisione forzata dello spazio. Ogni capitolo è dedicato alla deposizione di uno dei personaggi che esprime la propria opinione sull’omicidio: uno dopo l’altro sfilano la portinaia napoletana Benedetta, l’iraniano Parvitz, Il professore milanese Antonio e molti altri che rappresentano perfettamente le sfaccettature di una società frantumata in tante piccole realtà che non si sono mai realmente integrate. Ogni soggetto si dichiara contro ogni forma di razzismo ma, nel corso degli eventi, sveleranno uno ad uno il proprio odio nei confronti di qualcosa o qualcuno: ad esempio l’iraniano che odia tutti quelli che mangiano la pasta, il barista che ce l’ha con i napoletani e così via.
Un’opera delicata che è però in grado di affrontare temi molto profondi che riguardano tutti noi ogni giorno e che ci fanno comprendere come le cose che riteniamo pura realtà siano invece realtà soggettive, di cui ogni persona ha la propria differente visione


Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri