venerdì 5 dicembre 2014

MS Veronica Stella Artioli Barozzi presenta: “Il processo” di Frank Kafka


Assolutamente una delle opere più interessanti mai prodotte da Kafka. “Il processo” raccontala storia di Josef K., un signore che lavora come procuratore all’interno di un istituto bancario, che una mattina riceve la visita da parte di due sconosciuti direttamente nella sua casa, i quali lo dichiarano in arresto senza però arrestarlo formalmente. L’uomo, chiaramente spaventato, pensa subito ad un errore commesso dai due uomini e subito si muove per provare a risolvere il disguido. Quasi subito scopre però che è stato realmente avviato un processo nei propri confronti: la cosa che lo rende sempre maggiormente irrequieto è il fatto che non è a conoscenza ne delle cause di questo processo, dei suoi tempi, delle modalità. Di nulla insomma, è completamente all’oscuro di tutto. Per questi motivi decide di affidarsi ad un avvocato, sperando di far luce e risolvere in breve tempo l’intera vicenda. Purtroppo l’avvocato assume la medesima procedura e lascia il suo cliente nella totale oscurità, aumentando nuovamente le sue preoccupazioni. Ormai stremato l’uomo decide di rinunciare ai servizi offerti dal legale, non potendo riscontrare alcun miglioramento: in seguito a questa decisione l’uomo viene prelevato senza alcun preavviso, accompagnato in una cava e accoltellato a morte, la pena decisa dal tribunale. Il protagonista muore così senza sapere quali fossero le accuse a suo carico e senza alcuna possibilità di difesa.


Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri  

giovedì 4 dicembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi consiglia “La maschera della morte rossa” di Edgar Allan Poe



Da molti considerato il più grande scrittore del racconto gotico, Edgar Allan Poe pubblica La maschera della morte rossa nel maggio del 1842 sul Graham’s Magazine. Personaggio principale della storia è Prospero, un principe che decide di rintanarsi insieme ad amici e cortigiani in un palazzo per fuggire da una terribile pestilenza che sta decimando la popolazione, la Morte Rossa del titolo. Qui per cinque mesi tutto sembra funzionare alla perfezione, tra feste e giornate piene di allegria. Un giorno però Prospero decide di indire una festa in maschera e fa allestire sette stanze che rappresentano ciascuna un colore diverso: azzurro, verde, porpora, arancione, viola, bianco e nero. L’ultima stanza è talmente cupa che gli astanti la evitano, concentrandosi nelle altre sei. Nel bel mezzo della festa, proprio all’interno della stanza nera compare un uomo che indossa un sudario rosso sangue e una maschera raffigurante un cadavere. Tutti gli invitati si tengono alla larga dall’individuo che attraversa, tra lo sconcerto dei presenti, le sette stanze. Prospero, convinto che si tratti di uno scherzo, si scaglia contro l’uomo mascherato per eliminarlo ma cade a terra morto. L’ospite è la Morte Rossa, riuscita a farsi largo nel palazzo per ristabilire il suo “ordine”.

Pieno di metafore e rimandi allegorici, La maschera della morte rossa è uno dei racconti più conosciuti dello scrittore americano. Il tema portante della narrazione è quello della tragicità e dell’ineluttabilità del destino. La novità sta proprio nel non razionale, nella inevitabile sconfitta dell’uomo, che nulla può di fronte alla morte. Un racconto pieno di fascino e di mistero, che ha ispirato numerose trasposizioni cinematografiche, la migliore diretta da Roger Corman nel 1964.

MS Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

martedì 2 dicembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi invita alla lettura di: Monocolture della mente di Vandana Shiva

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


Monocolture della mente è una delle opere più importanti dell’attivista e ambientalista indiana Vandana Shiva. Le riflessioni dell’autrice si sviluppano lungo cinque saggi: Monocolture della mente, biodiversità: un punto di vista del Terzo Mondo; Biotecnologia e ambiente; I semi e il filatoio. Sviluppo della tecnologia e conservazione della biodiversità; La convenzione sulla biodiversità: una valutazione dal Terzo Mondo.
Durante il percorso tracciato dai saggi, si delinea l’essenza delle “monocolture delle mente”. Il testo parte dalla diretta osservazione della Shiva, che ha avuto modo di verificare quali e quanti danni apporti l’introduzione di alcune specie botaniche all’intero ecosistema di un luogo o di un ambiente circoscritto. Un esempio è la massiccia diffusione di piantagioni di eucalipto in India. Negli anni ’80 un programma di forestazione sociale - tramite piantagioni di questo albero - promosso dalla Banca Mondiale, ha causato l’impoverimento della diversità agricola, del suolo e dell’acqua, della biomassa e del cibo del territorio. Nel 1983 un movimento di contadini decise di sradicare le piante di eucalipto, sostituendole con semi di albero del pane, tamarindo, mango.
 Secondo l’autrice il progetto di riforestazione era finalizzato all’introduzione della monocoltura e alla conseguente distruzione della biodiversità, per poter ottenere un controllo centralizzato sull’agricoltura e dunque avere potere decisionale in materia di agricoltura e raccolti. Questa situazione di grave squilibrio viene acuita dall’introduzione di biotecnologie e dalla rivoluzione genetica in corso.

Ciò che vuole mettere in evidenza Vandana Shiva in questo testo è la doppia valenza distruttiva della monocoltura, e lo fa tracciando con tratto deciso una linea che collega biodiversità e cultura. Ogni elemento dell’ecosistema di una popolazione appartiene, infatti, anche alla sua cultura; una cultura fatta di tempi, spazi e tradizioni ma anche di elementi naturali, di alimenti, e, soprattutto, di unicità da preservare.

Con la lucidità che la contraddistingue, Vandana Shiva si sofferma a descrivere anche gli svantaggi dal punto vista economico relativi all'introduzione delle monocolture. La standardizzazione dei processi agricoli e l’omogeneizzazione delle specie comporta infatti una diminuzione della produttività e delle rese agricole, in quanto si tratta di sistemi agricoli poveri, sia dal punto vista quantitativo che da quello qualitativo. L’attivista indiana vuole suggerire, non troppo tra le righe, che il funzionamento delle cose in natura è perfetto ed il tentativo di modificarlo è un “andare contro natura”. Da questa riflessione approderà, dunque, ad un approfondito studio sulle biotecnologie e i loro danni all’intero sistema agricolo del cosiddetto “Terzo Mondo”, piaga dei poveri al centro dei suoi numerosi interventi e conferenze di denuncia in giro per il mondo.

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri