martedì 30 settembre 2014

Il suggerimento di M.S. Veronica Artioli Barozzi: “Una certa idea di mondo” di Alessandro Baricco



Per conoscere ciò che veramente una persona pensa del mondo bisogna farlo parlare di quello che realmente ama e conosce. Grazie a questo insegnamento Alessandro Baricco intraprende un viaggio all’interno della sua più grande passione, la letteratura.  Iniziando a parlare nel dettaglio dei romanzi che più l’hanno colpito o in qualche modo impressionato nel corso della vita, Baricco cerca di tracciare quella che può essere identificata come la sua intima e personale idea di mondo.

Pubblicata da Alessandro Baricco nel 2013, l’opera raccoglie oltre cinquanta titoli di libri e romanzi raggruppati senza un reale nesso. Accostando romanzi di genere ed epoca diversa, l’autore nega ulteriormente l’intento di  tracciare una sorta di classifica dei libri più belli o interessanti, ma ben si una digressione dettata dal caso. Dalla biografia di Andre Agassi  fino al “Il Gattopardo” , il libro porta il lettore in una immaginaria visita della libreria personale dell’autore, con repentini passaggi e sottili citazioni. Con riflessioni anche in un’ottica critica, Alessandro Baricco nel complesso offre ai suoi lettori una serie di titoli non banali, capaci di catturare l’attenzione e l’interesse per particolari sottolineati dall'autore stesso.

“Una certa idea di mondo” un libro che porta involontariamente tutti coloro che lo leggono ad approfondire per interesse e curiosità tutti i romanzi citati dall'autore, mostrando nel contempo l’indiscutibile e caratteristico stile tipico di Alessandro Baricco.


M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri



lunedì 29 settembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia: "Il Profumo" di Patrick Süskind

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

Romanzo che guida il lettore tra i meandri di una storia coinvolgente e contorta, come la mente del suo protagonista, Il Profumo di Süskind è diventato un best seller tradotto in più di venti lingue e dal quale è stato tratto un film.
Süskind trasporta il lettore all’interno di una Francia del XVIII secolo, dominata dai profumi e da scene che incarnano l’essenza di questo elemento. A volte è soave e inebriante, altre disgustoso. Spesso risulta leggero ed effimero come l’aroma dei fiori, mentre talvolta è violento e invadente come il puzzo del mercato del pesce o dei rifiuti, tra i quali viene abbandonato il protagonista, appena nato: un corpo di neonato privo di odore.
Il piccolo Grenouille viene accolto all’interno di un orfanotrofio e cresce in solitudine, totalmente disinteressato alla compagnia di altri esseri umani, che ricambiano il suo disprezzo, ma ipnotizzato dal potere dei profumi. Dopo qualche anno viene venduto ad una conceria nella quale è costretto a lavorare duramente e vive una vita da miserabile.

 Durante la sua adolescenza, una notte, percepisce nell’aria il profumo di una ragazza e, trovandolo sublime, la uccide per poterla annusare lentamente e morbosamente. Quest’esperienza gli fa comprendere che il suo destino sarà quello di esplorare il mondo degli odori e di diventarne un esperto. Riesce a farsi assumere come apprendista da Giuseppe Baldini, un profumiere di grande fama a Parigi e produce per lui magnifiche creazioni olfattive, che l’uomo fa passare come sue, insegnandogli, in cambio, i segreti dell’arte profumiera. Dopo aver ottenuto il diploma di garzone, Grenouille decide di perfezionare la sua tecnica a Grasse, e si mette in viaggio per la città. Durante il percorso incontra la montagna Plomb du Cantal, che scopre essere priva di odore umano e vi si rifugia per sette anni, vivendo in un delirio di immagini, desideri e solitudine che ne aumentano la misantropia e la latente follia. A seguito di un incubo, si rende finalmente conto di non avere un odore e abbandona la montagna; passa un primo periodo a Montpellier, dove crea un profumo che simula l’odore umano e sperimenta che, spruzzandoselo addosso, gli altri esseri umani non lo respingono come avviene solitamente.
Il periodo più importante della sua vita si svolge, però a Grasse; quando finalmente riesce ad arrivarvi, lavora come profumiere presso il laboratorio di Madame Arnulfi, nel quale apprende la tecnica dell’enfleurage, che serve per estrarre l’odore dei fiori tramite la loro immersione nel grasso. Un giorno, incontra una bellissima ragazza, Laure, e si innamora del suo odore e decide che sarà l’ingrediente principale di un profumo che creerà con la tecnica dell’elfleurage. Nel corso dei mesi si procura ventiquattro ingredienti uccidendo altrettante donne, ed estraendo il loro prezioso aroma. Quando arriva all’ultimo ingrediente, la preziosa Laure, viene immediatamente scoperto e arrestato.


Davanti alla gogna si svolge la scena più intensa e di impatto di tutta la storia. Grenouille è sul patibolo, ed è bersaglio dell’odio e degli insulti di tutti gli abitanti di Grasse e del padre di Laure che sono giunti per assistere alla sua decapitazione. A un certo punto, si mette addosso una goccia del suo profumo e tutto cambia; la folla lo perdona e lo giudica innocente e piano piano dà vita ad un’orgia incontrollabile. Soddisfatto del potere del suo profumo e del carisma che ha acquisito, l’uomo continua però a provare disprezzo: non vuole vivere in mezzo agli altri esseri umani, anche se ora può fare di loro quello che vuole. E sceglie di sfruttare il potere della sua creazione contro se stesso…

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

domenica 28 settembre 2014

Il consiglio di MS Veronica Artioli Barozzi: “L’inverno di Frankie Machine” di Don Winslow


Don Winslow è da molti considerato uno degli scrittori più rappresentativi del poliziesco americano contemporaneo. L’inverno di Frankie Machine è, insieme a Il potere del cane e Le belve, uno dei suoi romanzi più famosi e apprezzati da pubblico e critica. Ambientato a San Diego, il libro racconta le vicende di Frank Machianno, un imprenditore sessantaduenne che, per mantenere ex moglie e figlia universitaria, sbriga una serie di lavoretti oltre a quello nel suo negozio ittico sul molo. La sua vita sembra avere preso una piega ben definita e il passato burrascoso è alle spalle. Ma un ex appartenente alla mafia californiana non può mai stare tranquillo e quando un amico torna a bussare alla sua porta per un favore, il vecchio Frankie si ritroverà catapultato nel sottobosco criminale, costretto a lottare per la sua vita e quella dei suoi cari. Con uno stile narrativo estremamente coinvolgente, basato sull’alternanza di presente e passato, Winslow riesce a orchestrare una storia di grande suspense, dal ritmo frenetico e ricca di colpi di scena. La grandezza della sua opera risiede nella capacità di creare personaggi in bilico tra il bene e il male, a tutto tondo, e nell’aver rinnovato un genere che cominciava a mostrare il fiato corto. L’inverno di Frankie Machine ha un andamento per certi versi paragonabile a quello di un film, non a caso i diritti del libro sono stati acquistati da Robert De Niro che ne realizzerà una trasposizione cinematografica. L’ideale approdo di un testo che può essere considerato uno dei più interessanti del genere negli ultimi 20 anni.

MS Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei Libri

sabato 27 settembre 2014

"Achille piè veloce" Stefano Benni, il suggerimento di M. S. Veronica Artioli Barozzi


Ulisse è un giovane scrittore presso una piccola casa editrice desinata al fallimento a causa della concorrenza spietata di Mondial, la casa editrice gestita dal Duce, un uomo così soprannominato per essere proprietario di testate giornalistiche, emittenti tv e una squadra di calcio.
In una fase caratterizzata da una crisi creativa, Ulisse si dedica alla valutazione dei "scritto dattili", romanzi provenienti da aspiranti futuri scrittori. Nonostante alcune delusioni lavorative, il protagonista può definirsi un uomo di mezza età sicuramente felice. Fidanzato con Pilar, affascinate ragazza sudamericana senza regolare permesso di soggiorno, Ulisse continua a vivere la sua vita con vari alti e bassi, fino a quando non gli è recapitata una lettera scritta da un ragazzo con un nome omerico come il suo.
Achille, il mittente della lettera, è un ragazzo paralizzato a causa di una rara malformazione che considera la scrittura uno dei rari momenti di sfogo. Come espressamente richiesto da Achille, i due protagonisti s’incontrano presso la stanza di Achille, dove quest'ultimo comunicando esclusivamente con l'ausilio di un particolare computer istaura con Ulisse una forte amicizia. Un legame che porta inevitabilmente a un cambiamento totale della vita di entrambi.

Stefano Benni, poeta e drammaturgo italiano, con quest'opera vuole rendere omaggio a una forma di eroismo che non asseconda i canonici stereotipi imposti dai nuovi media, ma il coraggio nell'affrontare una grave situazione fisica con dignità e umorismo che il protagonista Achille.  Nel complesso "Achille piè veloce" è un libro scritto con lessico semplice e veloce per permettere ai lettori di cogliere l’importanza dei temi trattati: amicizia, fedeltà, eutanasia e coraggio.

MS Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei Libri

venerdì 26 settembre 2014

M. S. Veronica Artioli Barozzi propone "L'opera struggente di un formidabile genio", Dave Eggers







Durante un gelido inverno americano, una famiglia borghese di Chicago è colpita nel giro di pochi mesi da una serie d’inaccettabili lutti. La famiglia in questione è quella di Dave, un ragazzo poco più che ventenne che si trova da un giorno con l'altro a dover rivestire i panni di padre e di madre per il piccolo fratello Toph. Senza perdersi d'animo i fratelli intraprendono una serie d'avventure all'interno di un mondo che non sembra aspettarli. Venduta la casa di famiglia, Dave decide di trasferirsi con il fratello verso l'assolata California, trasformando un evento di fatto tragico in un punto di svolta per l'inizio di una vita all'insegna della libertà. Comincia così il racconto autobiografico di Dave, un ragazzo di oggi alle prese con cene precotte, musica e babysitter. La vita d'oggi caratterizzata dalla rivoluzione digitale vista dagli occhi di un ragazzo di vent'anni che alterna attimi di tenerezza, candore, coscienza di sé è una diramante megalomania. 

Editore e sceneggiatore statunitense, Dave Eggers con questa sua prima opera pubblicata nel 2000, si presenta al pubblico nel ruolo di scrittore offrendo quelli che molti hanno definito " un trionfo tragicomico dell'autocoscienza". L'opera, autobiografica e sostanzialmente triste, offre al suo interno un punto di vista così estraneo al consueto e al tradizionale che porta il protagonista a descrivere fatti e avvenimenti con un tempo descrittivo altamente ironico a volte appositamente forzato. Nel complesso l'opera firmata Dave Eggers è una divertente e quasi agrodolce autobiografia volutamente caratterizzata da aspetti comici, pungenti, grotteschi e disarmanti. Tocco di fino creato dalla stravagante penna dell'autore è l'Inevitabile trasporto da parte del lettore verso il surreale contesto descritto dal protagonista.  

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

giovedì 25 settembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia: "Inés dell'anima mia" di Isabel Allende

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

Con Ines dell’anima mia, Isabel Allende delinea un personaggio femminile intenso, indelebile e realmente esistito, incarnazione dell’ideale che l’autrice ha sempre cercato di evocare all’interno dei suoi romanzi.

Spagna, prima metà del ‘500; Inés Suarez sposa, contro la volontà dei genitori, il seduttore Juan de Malaga, che la abbandona in breve tempo per cercare fortuna nel Nuovo Mondo. La reazione di Inés all’evento dà fin dalle prime pagine, dimostrazione del suo carattere; la donna combatte strenuamente per seguire suo marito e inizia a lavorare duramente per guadagnare i soldi per pagarsi il costoso viaggio per l’America. Quando finalmente riesce ad arrivare a destinazione, in Cile, dopo una traversata lunga e durissima, in mezzo a marinai rozzi, cibo di pessima qualità e violente tempeste, scopre che suo marito è morto, ma, ancora una volta, non si dà per vinta e costruisce la sua nuova vita in quel territorio così straordinariamente selvaggio e pulsante. Ricomincia a lavorare come sarta e, un giorno, incontra Pedro de Valdivia, con il quale ha in comune la passione e la spregiudicatezza e il desiderio di esplorare il nuovo. Insieme, si mettono alla guida di un gruppo di uomini folli quanto loro e li conducono ad attraversare il deserto di Atacama, per strade mai battute, in cerca di un luogo in cui edificare una nuova città. E così accade, sorge Santiago e Pedro e Inés ne diventano governatori. Ma lo sfortunato destino amoroso della giovane Inés non ha ancora giocato tutte le sue carte e Pedro abbandona Inés, che dovrà, per la terza volta, ricorrere a tutta la sua forza interiore per andare avanti a testa alta. Fino all’incontro con il terzo uomo della sua vita..


Nonostante l’amore e la passione siano due colonne portanti di questo romanzo, e di molti altri della scrittrice cilena, il lettore non si troverà davanti a una storia stucchevole e scontata, bensì a un quadro dipinto con colori intensi ed emozioni violente. La guerra tra popoli e culture, la legge del più forte, l’astuzia e l’intelligenza sottile che permettono di cavarsela in un contesto inospitale e sconosciuto; la curiosità dell’esploratore e la forza di volontà. La Allende racconta un pezzo di storia, ma soprattutto, con le sue parole plasma veri eroi, che si affidano e vanno avanti, nonostante tutto.

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

mercoledì 24 settembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi consiglia “Cosmopolis” di Don DeLillo


Pubblicato nel 2003, Cosmopolis è il tredicesimo romanzo di Don DeLillo, uno dei maestri indiscussi della letteratura postmoderna americana. Al centro della narrazione Erick Packer, un multimilionario direttore d’azienda che si trova ad attraversare Manhattan a bordo della sua limousine, mentre al di fuori imperversa l’apocalisse. Una giornata, una città e un mezzo che travalica i confini dello spazio e del tempo: partendo da questo presupposto lo scrittore italoamericano vuole raccontare la decadenza e la fine di un mondo basato sul culto del potere e del denaro. Cosmopolis è l’affresco di una civiltà in stallo, che non si muove, prigioniera di falsi valori e alla ricerca di nuove ideologie. Il romanzo, profondamente anticapitalista, non è un semplice racconto di una storia ma mira a portare lo spettatore a riflettere sull’essenza dell’uomo e della società, arrivando a toccare aspetti di natura metafisica. La dedica a un autore come Paul Auster non è casuale, sia per la volontà di descrivere New York come un microcosmo emblematico di tutto il mondo, sia per l’utilizzo di uno stile che, seppure differente, rimanda al post-strutturalismo dello scrittore originario di Newark. Nonostante una mole ristretta, differente dagli altri romanzi di DeLillo, Cosmopolis è un libro estremamente denso, raccontato attraverso una scrittura gelida, fredda, che trova la sua verità nella descrizione dell’assurdo. Una delle opere più importanti della letteratura postmoderna, in grado di cogliere con occhio riflessivo la vuotezza morale della società contemporanea. Il romanzo è stato portato sugli schermi nel 2012 dal regista canadese David Cronenberg, autore da sempre attento alle tematiche oscure e a suo agio nella trasposizione di opere letterarie fortemente antinarrative, come Crash di J.G. Ballard e Il pasto nudo di William S. Burroughs.

MS Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei Libri

martedì 23 settembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta: Il buio oltre la siepe di Harper Lee


Il romanzo è ambientato in una piccola cittadina dell’Alabama intorno al 1930, in cui vivono due ragazzi orfani di madre, Jean Louise detto “Scout” e Jeremy Finch detto “Jem”, i quali sono accuditi dal padre Atticus, un avvocato con un’ideologia totalmente antirazzista, e dalla domestica di colore Calpurnia. I due ragazzi trascorrono le giornate in un modo completamente spensierato, tipico dei ragazzi, giocando e fantasticando sul loro vicino, Arthur Radley detto Boo, un uomo misterioso che non esce mai dalla sua abitazione. La vita dei due ragazzi viene però turbata da un triste avvenimento, ovvero l’accusa nei confronti di Tim Robinson, un ragazzo di colore accusato di aver picchiato e violentato una ragazza bianca: la sua difesa viene affidata al padre dei due giovani che, nonostante il lavoro svolto, non riuscirà a salvare Tom dall’ingiusta condanna e dalla successiva morte. Scout e Jem in quel momento capiscono che cosa sia realmente il razzismo, che in quegli anni imperversa in tutto il territorio americano: i due saranno anche protagonisti di un’aggressione da parte del padre violento della ragazza falsa vittima di Tom, il vero responsabile dell’aggressione alla figlia smascherato dall’avvocato. I due verranno salvati all’ultimo momento da Boo, il misterioso vicino di casa che si rivelerà invece una persona totalmente diversa e affezionata a loro più che mai.


Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

lunedì 22 settembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia: The Giver - Il Donatore di Lois Lowry

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


Ambientata in uno spazio e in un tempo apparentemente molto lontani da quelli in cui viviamo, la storia raccontata in The Giver - Il Donatore, è in realtà più plausibile di quanto si pensi. Prima opera della quadrilogia di Lois Lowry, dalla quale è stato recentemente tratto un intenso film, The Giver descrive una società che, a seconda dei personali punti di vista, può essere definita utopica o distopica. Nella” Comunità” vivono un certo numero di “famiglie” caratterizzate dalla presenza di un individuo maschile e uno femminile che si prendono cura di uno o più bambini, e vivono in “unità abitative”. I bambini, però, non sono figli dei genitori con i quali abitano; nella Comunità i “neobimbi” vengono prodotti geneticamente e sono poi generati da specifiche donne, chiamate “partorienti” che svolgono questo compito di mestiere. In questa società sono infatti proibiti i rapporti sessuali, il contatto fisico e l’ intimità emotiva. Al fine di evitare il manifestarsi di qualunque pulsione o desiderio che si allontani da quelli innocui e consentiti, gli abitanti son costretti a fare un’iniezione mattutina, che li rende mansueti e influenzabili.
Nella vita quotidiana della Comunità, ogni movimento o parola viene costantemente controllato da telecamere invadenti e parlanti, che ricordano agli individui di rispettare le regole e i tempi delle differenti attività da svolgere. Non esiste il conflitto, che eventualmente viene subito soffocato, allontanando chi lo ha provocato dal resto della Comunità per non contagiarla. E, qui, non trovano spazio né il dolore, né la guerra, ma solo dialoghi e sentimenti tiepidi e “intellettuali”, esprimibili a parole solo tramite un’adeguata “precisione di linguaggio”.
Il governo è affidato a un Consiglio di anziani, al vertice del quale si trova il Sommo anziano; tra i consiglieri, c’è il “donatore di memorie”, ovvero colui che ha conservato il ricordo di com’era il mondo precedente, nel quale dominava, pulsante , vivida e colorata, tutta la gamma delle emozioni.

Secondo le leggi della Comunità, all’età di dodici anni, durane una cerimonia, ad ogni bambino viene assegnato il suo compito – mestiere, che dovrà svolgere per tutta la vita. Tra questi lavori, oltre a quello della partoriente, c’è il puericultore, che si occupa dei neobimbi e svolge altre mansioni, piuttosto inquietanti, il guidatore di droni, e il raccoglitore di memorie, compito che sarà assegnato a Jonas, capace di “vedere oltre”. Educato dal “Donatore” di memorie, Jonas ricorderà con grande dolore e meraviglia e provando un fortissimo conflitto con i limiti che sono stati imposti al suo corpo e alla sua mente per vivere in una società priva di emozioni, cosa sono “il mondo a colori”, la vita, la spontaneità, la passione. E tutto cambierà…

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

sabato 20 settembre 2014

Il consiglio di MS Veronica Artioli Barozzi: “I milanesi ammazzano al sabato” di Giorgio Scerbanenco


Scritto da Giorgio Scerbanenco nel 1969, I milanesi ammazzano al sabato è il quarto capitolo della fortunata serie che ha per protagonista Duca Lamberti, il personaggio più famoso creato dalla penna del grande romanziere noir. In questo libro l’investigatore, radiato dall’ordine dei medici per aver praticato l’eutanasia, si trova a dover far luce su un caso spinoso. Donatella Berzaghi, ragazza affetta da una forma di elefantiasi, nonostante i suoi 28 anni è ancora una bambina. Proprio per questo motivo viene tenuta in casa dal padre Amanzio, che la vuole allontanare dalle insidie degli uomini. L’uomo però non può controllarla continuativamente perché è costretto a lavorare. Un giorno, Donatella scompare. Amanzio, disperato, si rivolge a Duca Lamberti che si mette immediatamente a indagare. Che cosa le è successo? E a che cosa si riferisce la frase: “I milanesi ammazzano al sabato”?
Il romanzo di Scerbanenco è l’ideale chiusura della saga: amaro, tragico e senza speranze, è l’espressione più concreta del pessimismo dell’autore di origini ucraine ma di adozione milanese. Scorrevole, teso fino alla fine e costellato da personaggi ben delineati, I milanesi ammazzano al sabato è un libro da leggere, forse una delle espressioni più alte del noir italiano.

MS Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei Libri

venerdì 19 settembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi consiglia: “La fuga del signor Monde” di Georges Simenon



È una fredda mattina d’inverno, Norbert Monde sta andando come ogni giorno degli ultimi trent’anni all’azienda di Import Export fondata dal nonno. Ma quella è una mattina speciale, la mattina del suo compleanno, la mattina nella quale il signor Monde deciderà di sparire: dopo essersi rasato i grandi baffi che gli coprono il volto e venduto l’elegante abito per comprarne uno logoro di seconda mano, il protagonista parte lasciandosi alle spalle tutta la fatica e la stanchezza accumulata nel corso degli anni. Giunto al mare, Norbert Monde si mette a piangere, capendo che finalmente la sua battaglia è finita: ora è libero di vivere come uno di quei clochard incontrati innumerevoli volte sotto i ponti di Parigi che da sempre invidiava. Il signor Monde inizia così a vivere la vita che aveva sempre desiderato, una vita nuova nella quale può scoprire il mondo, il vero mondo che sino ad allora gli era totalmente ignoto. Un incontro speciale lo riporterà alla sua identità e al suo ruolo ma non sarà più la stessa persona ma un uomo nuovo con una visione completamente diversa di ciò che ogni giorno lo circonda.

Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

giovedì 18 settembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi invita alla lettura di: "Giornale di un antropologo", di Bronislaw Malinowski

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


Pubblicazione postuma, edita in italiano con il titolo Giornale di un antropologo, racconta i retroscena di una delle ricerche e descrizioni più approfondite della storia dell’antropologia. Nel 1914 l’antropologo Bronislaw Malinowski si reca in Papua Nuova Guinea al fine di osservare le usanze degli indigeni che vi abitano e di fotografarli, e si sofferma sulla descrizione di un particolare sistema di scambio di beni apparentemente privo di senso, il Kula, sul quale si basa gran parte della loro esistenza.
Chi legge Argonauti del Pacifico occidentale, l’etnografia nata dalla ricerca sul campo di Malinowski, percepisce lo sguardo di uno scienziato che elabora una storia affascinante, coinvolgente, caratterizzata da un forte coinvolgimento emotivo con i “selvaggi” - la cosiddetta “empatia”.
Il diario, invece, mostra il lato umano dello scienziato, quello opportunamente occultato ai suoi lettori. Scritto tra il settembre 1914 e l’agosto 1915 e dall’ottobre 1917 al luglio 1918, è ricco di scorci di vita quotidiana, stati d’animo, fantasie sessuali, preoccupazioni e nostalgie.
Malinowski si sente spesso solo, ha troppo tempo per pensare, per riflettere su vecchi e nuovi rancori, per giudicare. E si sente completamente tagliato fuori dal mondo che si trova ad indagare.

Andai al villaggio sperando di fotografare le diverse fasi del “bara”. Allungai mezza stecca di tabacco, poi osservai alcune danze; poi feci delle foto – ma con scarsi risultati. Non c’era luce sufficiente per le istantanee; ed essi si rifiutarono di posare a lungo per il tempo di esposizione. Mi capitava allora di essere furioso con loro, soprattutto perché dopo aver dato loro la propria porzione di tabacco se ne andavano via tutti. Insomma, il mio sentimento nei confronti degli indigeni tende decisamente a: «Che si sterminino i bruti!».

Giornale di un antropologo non ha valore etnografico. Non si tratta di un “diario di campo”, scritto che l’antropologo è solitamente tenuto a redigere per tenere la fila delle sue osservazioni e riflessioni, e che costituisce l’ossatura della scrittura etnografica, bensì, di un diario privato, di appunti.
Questo libro testimonia però, il valore vivificante e allo stesso tempo curativo della scrittura, punto fermo nel caos emotivo e visivo, nello spaesamento e, spesso, scoraggiamento davanti al quale si trova l’esploratore dell’essere umano.


Mailu, 19-12-14. Oggi mi sento molto meglio – perché? Può darsi che l’arsenico e il ferro facciano effetto dopo tanto tempo? Sono finalmente arrivato a Mailu, e non so veramente, o piuttosto non vedo chiaramente, quello che devo fare. Un periodo di incertezza. Sono giunto in un luogo deserto, con la sensazione che presto sarebbe finita, ma nel frattempo dovevo iniziare una nuova esistenza.

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

mercoledì 17 settembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi consiglia “Maus” di Art Spiegelman


Maus è un’opera che tratta il tema della persecuzione ebraica avvenuta nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ma lo fa in un modo nuovo raccontando le vicende sotto forma di fumetto. La storia è quella di Vladek Spiegelman, un ebreo sopravvissuto alla politica condotta da Hitler, e del figlio Art, un disegnatore di fumetti in cerca di un rapporto con il padre. La storia è divisa in due parti: nella prima viene raccontata la situazione di Vladek nella Germania bellica mentre nella seconda il tema principale è quello del rapporto padre figlio. Il racconto parte da una storia d’amore, quella del padre per la giovane Anja, una ragazza ebrea che incontra in Polonia nel corso di una visita alla famiglia: nel frattempo però ha inizio la guerra e Vladek viene mandato a combattere al fronte e, dopo una lunga serie di fughe, viene catturato e rinchiuso nel tristemente celebre campo di Auschwitz. Nella seconda parte lo sfondo è sempre quello del conflitto bellico ma la parte dominante riguarda il difficile rapporto tra il padre, segnato dagli orrori trascorsi, e il figlio cresciuto nella tranquilla e spensierata New York degli anni ’60.

Il fumetto riesce a rendere perfettamente la tragicità e la sofferenza di quel periodo anche grazie alle numerose personificazioni utilizzate: infatti lungo tutta la narrazione gli ebrei sono rappresentati come topi, i nazisti come gatti, i polacchi come maiali e gli americani come cani. Sebbene la forma utilizzata per raccontare la tragedia possa sembrare restrittiva e superficiale, l’opera è in grado di far giungere al lettore i diversi messaggi presenti coinvolgendolo sino alla fine.

Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei Libri

martedì 16 settembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury


Il romanzo è ambientato in un futuro (presumibilmente il 1960) in cui non è possibile leggere o possedere libri, essendo considerato un reato: per contrastarlo è stato istituito uno speciale corpo composto da vigli del fuoco, il quale non ha il compito di spegnere incendi, bensì di appiccarli per distruggere ogni libro.
Il protagonista del racconto, Guy Montag, lavora all’interno di questo corpo con il compito di individuare i trasgressori ed eliminare ogni loro possedimento letterario: lo Stato infatti consente ai cittadini di informarsi solamente tramite l’utilizzo di un televisore, in cui le notizie vengono opportunamente filtrate per definire le regole sociali, cosa è giusto e cosa è sbagliato. Guy inizialmente svolge con piacere il proprio lavoro, ne è affascinato e lo considera come la miglior cosa che possa essere fatta nella società in cui è inserito. Un giorno però, prima di assolvere il proprio compito, decide di leggere un breve trafiletto di un’opera: attratto dal gesto appena compiuto, nel corso dei giorni inizia a salvare alcune opere e a leggerle di nascosto; l’incontro con una vicina di casa, Clarisse, complicherà ancora di più la sua situazione: la famiglia di Clarisse, a differenza della sua, appare infatti molto felice quando la sera si ritrova a parlare, ridere e scherzare, senza nemmeno possedere una televisione. Il protagonista capisce così di non avere una vita felice, di non essere in una società perfetta come credeva e continua così a divorare opere su opere, nascosto da tutti e da tutto immedesimandosi nelle mille storie che la letteratura gli mette a disposizione, sino a quando non viene scoperto dalla moglie e denunciato. Una volta scoperto e dopo una lunga serie di peripezie decide di scappare, rifugiandosi presso un gruppo di uomini fuggiti dalla sua stessa società, i quali compongono la memoria della letteratura di tutta l’umanità.


Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei Libri

lunedì 15 settembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi presenta : L’Ombra del Vento – Carlos Luis Zafon

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri



L’ombra del vento è un elogio al libro, oggetto che, come una scatola cinese, contiene se stesso in differenti forme e colori, in questo romanzo. Il primo è il racconto, le 400 pagine di un romanzo piacevole, che scorre velocemente, attraversato da colpi di scena ben riusciti e popolato da personaggi insoliti e complessi, che coinvolgono il lettore in un’appassionante indagine dal sapore noir. I brividi percorrono la schiena più volte durante la lettura, ma la paura è solo una delle moltissime emozioni che l’autore cerca di suscitare, trasportando la narrazione in una strada di ricordi, passioni, tormenti.
Il piccolo Daniel Sempere, orfano di madre, viene portato dal padre, che lavora come libraio, al Cimitero dei Libri Dimenticati, luogo polveroso e magico che viene descritto dall’autore in modo molto evocativo. La regola di accesso a quel luogo surreale è “scegliere un libro e prendersene cura per tutta la vita”. E il piccolo lo fa: sceglie l’Ombra del vento di Julian Carax e lo legge avidamente, appassionandosi al suo stile come se il romanzo lo avesse scritto lui stesso.
Carax incuriosisce a tal punto la mente del piccolo e precoce Daniel che egli deciderà di cercare altre sue opere, trovandosi coinvolto in una ricerca che andrà ben oltre quella dei manoscritti. In un ben riuscito gioco di specchi, le vicende dello scrittore Carax e del protagonista si sovrapporranno, mettendo in luce le ombre che entrambi tengono morbosamente celate. Sullo sfondo, una Barcellona post franchista martoriata e decadente, un’altra ampia ombra che aleggia sulla narrazione.


M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

venerdì 12 settembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi consiglia “Il mastino dei Baskerville” di Arthur Conan Doyle


Il mastino dei Baskerville è probabilmente il romanzo più famoso scritto da Arthur Conan Doyle sulla figura di Sherlock Holmes. Nato dalla pressante richiesta dei fan, che non avevano accettato la prematura scomparsa dell’investigatore, precipitato nell’avventura precedente in un crepaccio insieme al nemico Moriarty, il libro segna la “resurrezione” di Holmes, impegnato nella risoluzione di un caso nella suggestiva regione del Devonshire. Quale creatura maligna turba l’esistenza dei Baskerville, rendendo la nobile casata vittima di una maledizione? Che cosa si nasconde dietro la leggenda? Con il solito stile pulito, chiaro ed elegante, Arthur Conan Doyle costruisce un intreccio ricco di colpi di scena, incanalando la vicenda in una serie di incastri perfettamente orchestrati. Il mastino dei Baskerville è un romanzo teso, coinvolgente e ricco di suspense. 

Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei Libri

giovedì 11 settembre 2014

M.S. VERONICA ARTIOLI BAROZZI SUGGERISCE B. CHITRA DIVAKARUNI


Scritto nel 1997 dalla scrittrice e poetessa americana di origine indiana Chitra Banerjee Divakaruni, il romanzo “La Maga delle Spezie” narra la storia di una vecchia signora proprietaria di una piccola bottega nella città californiana di Oakland. Con le mani segnate dal tempo sfiora semi, foglie e bacche alla costante ricerca di quel sapore unico, l’alchimia sottile o il sortilegio più raffinato. La donna conosciuta prevalentemente con l’appellativo Maga delle Spezie si chiama Tilo, la sua storia inizia all’interno di uno sconosciuto e sperduto villaggio in India. Viene rapita da un gruppo di pirati i quali, incuriositi dai suoi poteri, decidono di portarla su un’isola sperduta e meravigliosa, che nasconde un potere unico. Sull’isola Tilo ha modo di imparare la magia legata alle spezie e, una volta giunta in America, utilizzerà questa sua straordinaria conoscenza per aiutare chi, come lei, è stato costretto a lasciare l’India. La bottega di Tilo diventa così un luogo speciale in cui prendono vita mille storie, desideri e speranze che i numerosi immigrati indiani non riescono a trattenere alla visione della Maga, lasciandosi andare ai racconti, anche quelli più personali. La protagonista cerca di aiutare tutti con il proprio potere, che presenta però un oscuro risvolto: Tilo accettando il potere ha deciso di accettare anche le dure condizioni che ne conseguono; essa infatti non ha la possibilità di utilizzare il beneficio derivato dalle spezie per uso personale, non può nemmeno lasciare la propria bottega e non deve assolutamente affezionarsi alle persone e alle storie che ogni giorno invadono il suo locale.


Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

mercoledì 10 settembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta “Comma 22” di Joseph Heller


Il romanzo è ambientato in Italia nel corso della seconda guerra mondiale e vede come protagonisti principali un gruppo di aviatori statunitensi, a capo di uno stormo di bombardieri. Si tratta di una feroce critica alla guerra, derivata dall’esperienza in prima linea dell’autore stesso, ex membro USAF, nel più grande conflitto che la storia ricordi.

Il gruppo di aviatori protagonisti del racconto, stanziati sull’isola di Pianosa, si occupa di svolgere pericolose missioni a bordo dei loro bombardieri, rischiando in ogni momento la propria vita. Sono guidati dal Colonnello Cathcart, il quale vuole fare compiere ad ogni pilota il maggior numero di missioni possibile, senza nemmeno un momento di riposo, prima che i militari ricevano il congedo: il capitano Yossarian è ossessionato da questa sua pericolosa ambizione e prova in tutti i modi a fingersi pazzo per vedersi revocata l’autorizzazione al volo. Tutto il romanzo ruota intorno alla figura di Yossarian e alla vicenda che lo ha visto partecipe: la morte di un compagno di volo proprio davanti ai suoi occhi. Nel corso della narrazione si assiste agli incontri con i personaggi più strambi e divertenti, ma anche a tristi storie di burocrazia militare e sopraffazione. Tutta l’opera non è presentata in ordine cronologico, ma ogni capitolo è scollegato cronologicamente dagli altri, per meglio rappresentare la confusione che la guerra ha causato nella mente di Yossarian.

Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei Libri 

martedì 9 settembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta “Cujo”, un romanzo di Stephen King


Scritto da Stephen King nel 1981, Cujo è uno dei romanzi “minori” dello scrittore statunitense ma che conserva in sé alcuni degli stilemi tipici della sua produzione letteraria. Ambientato a Castle Rock, piccola cittadina del Maine, all’inizio di una torrida estate, il libro racconta dell’esistenza anonima di un agente pubblicitario e della moglie che, per sfuggire alla sua solitudine, si lascia sedurre da un maestro di tennis e intrattiene con lui una squallida relazione. Contemporaneamente il meccanico del paese, che cerca nell’alcol un rimedio alla noia della provincia, trascura il figlio e il docile Cujo, un San Bernardo che ama scorrazzare libero per la campagna. Un giorno succede però l’inenarrabile e il dolce Cujo si trasforma in una macchina assetata di sangue. Che sia la personificazione del male che si annida nella cittadina?
Come in molte altre opere di King, il romanzo descrive una provincia americana oscura, che nasconde al suo interno i demoni di un’esistenza piatta e vuota. La scelta di trasformare un San Bernardo in una creatura diabolica non è nient’altro che una metafora della corruzione dei tempi. Cujo si regge completamente sulla suspense e sull’accumulo della tensione: con pochi versi King riesce a veicolare la sensazione di trovarsi di fronte non a un semplice cane ma a una creatura ancestrale. È proprio questa la forza del romanzo che, sebbene non sia considerato alla stregua dei capolavori It, Shining e Misery, rappresenta uno dei suoi migliori prodotti di “seconda fascia”.
  
Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri

lunedì 8 settembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi presenta “Uomini e topi”, un romanzo di John Steinbeck


Il romanzo è ambientato in America, nel periodo immediatamente successivo alla devastante crisi mondiale avvenuta nel 1929, più precisamente all’interno di un ranch californiano in cui giungono George Milton e Lennie Small, due giovani amici in cerca di lavoro come braccianti stagionali. Lennie è un ragazzo molto alto e robusto, in possesso di una forza mostruosa che gli permette di spiccare sempre come infaticabile lavoratore, pur essendo affetto da un grande ritardo mentale: il giovane infatti non è in grado di controllare la propria forza e giocando con piccoli animaletti, come topi e cagnolini che ama accarezzare, finisce quasi sempre per ucciderli schiacciandoli. La maggior particolarità di Lennie però risiede nel fatto che è perfettamente consapevole dei problemi che lo affliggono e della propria inferiorità, consapevolezza che lo porta ad affidarsi completamente e ciecamente all’amico d’infanzia George: i due condividono anche un sogno, quello di possedere una piccola casetta in campagna nella quale avviare un proprio allevamento di animali, in particolare conigli.  George, sebbene consapevole del fatto che il sogno non potrà mai essere realizzato, continua a sostenere l’amico, non volendo distruggere l’unico desiderio del povero ragazzo. Un giorno Lennie, in maniera del tutto inconsapevole, uccide la bellissima moglie del figlio del padrone della fattoria spezzandole il collo. George, per salvare l’amico dalla terribile vendetta a cui stava per andare incontro, sarà costretto a prendere una drastica decisione dettata dal grande amore fraterno provato per l’amico. 

Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri 


domenica 7 settembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia: Il canto degli alberi di Hermann Hesse

M.S.Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


Noto al pubblico e alla critica per i suoi indimenticabili romanzi come Il lupo della Steppa e Siddharta, Herman Hesse ci ha lasciato numerose “favolette brevi” e raccolte di poesie, o, semplicemente, di pensieri. Tra questi c’è la raccolta Il canto degli alberi. Uno scritto malinconico, introspettivo ed evocativo, che descrive la bellezza degli alberi; quella più nascosta, quella che non si vede con gli occhi. Nel dispiegarsi delle parole, Hesse paragona questo prezioso elemento della natura a un uomo solitario, ma forte, combattivo.

E li venero ancora di più quando se ne stanno isolati. Sono come uomini solitari. Non come gli eremiti, che se sono andati di soppiatto per sfuggire a una debolezza, ma come grandi uomini solitari, come Beethoven e Nietzsche.

Attraverso le descrizione, suggerisce al lettore di prendere esempio dagli alberi, dalla loro placida maestosità e solidità, dal modo in cui essi affrontano la vita: con rami puntati verso il cielo e radici ben piantate a terra.
Chi ama la velata tristezza, ma anche il coraggio dei personaggi e degli scenari di Hesse, non potrà non amare questo libricino, quasi sussurrato, e imparerà a guardare il mondo con occhi diversi, ben più autentici e saggi: quelli degli alberi.

Gli alberi hanno pensieri duraturi, di lungo respiro, tranquilli, come hanno uan vita pià lunga della nostra. Sono pià saggi di noi finchè non li ascoltiamo, ma quando abbiamo imparato ad ascoltare gli alberi, allora proprio la brevità, la rapidità, e la precipitazione infantile dei nostri pensieri acquistano una letiziia incomparabile. Chi ha imparato ad ascoltare gli laberi, non desidera più essere u albero. Non desidera essere altro che quello che è.

 M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


venerdì 5 settembre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi consiglia: Luis Sepùlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


È diventata una storia da leggere ai più piccoli, ma il messaggio di fiducia di Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare è diretto ai grandi. I bambini hanno un’incondizionata e innocente fiducia nella vita, gli adulti, spesso, non ce l’hanno più.
Luis Sepùlveda ne è consapevole, e decide di scrivere un romanzo che, tra le righe, possa stimolare l’anima di chi legge.
Il racconto inizia con un bellissimo e compatto stormo di gabbiani che sovrasta il mare, ed è in cerca di cibo. Ogni gabbiano procede con ordine, tenendo d'occhio il resto dei compagni, ma Kengah per un attimo si distrae e non sente i richiami del capo gruppo che le dice di allontanarsi dall'acqua. Il gabbiano finisce invischiato nel petrolio e inizia ad avvelenarsi lentamente. Mentre la sostanza nera e vischiosa le riempie i pori e le immobilizza il corpo, con uno sforzo doloroso, riesce a giungere nella vicina città di Amburgo e si accascia in un balcone, dove riposa un gattone nero di nome Zorba.
Poco prima di morire, riesce a strappargli l’assurda promessa di prendersi cura della gabbianella che sta per nascere e di insegnarle a volare.

Zorba rimase sul balcone, accanto all’uovo e alla gabbiana morta…Si sentiva ridicolo…Pensava a quando lo avrebbero preso in giro i due gatti rissosi se per caso l’avessero visto. Ma una promessa è una promessa, e così,…si addormentò con l’uovo bianco e macchioline azzurre ben strette contro il suo ventre nero.”

Con l’aiuto di altri gatti e tanta volontà, Zorba fa di tutto per mantenere la promessa e, piano piano, si affeziona sempre di più a quel buffo volatile che lo chiama “mamma”.
Ma non c’è nulla da fare, Fortunata, la gabbianella, non vola. Manca ancora un dettaglio.
Discutendo tra loro in “gattese” , i felini scoprono che, per far volare Fortunata, hanno bisogno di rompere il loro tabù di non svelare a nessuno la loro lingua, e decidono di farsi aiutare da un poeta,” un essere umano che conosce e parla un linguaggio universale”.
Sarà, dunque, il poeta, doppiato nella versione cinematografica italiana del libro proprio  da Sepulveda, a dare ai gatti l’informazione indispensabile per far volare la gabbianella: portarla nel campanile della chiesa di San Michele e da lì mettere in atto il tentativo di volo.
Fortunata vola, davanti alla meraviglia e alla commozione di tutti e, nel suo volo, ricorda a chi la osserva, dall’alto del campanile come i gatti, o dal basso della strada, come i topi. E, infine, dalle pagine di un libro, come il lettore, che basta crederci e tutto può succedere.

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

“THE SECRET HISTORY” DONNA TRATT – M.S. VERONICA ARTIOLI BAROZZI




All’interno di un piccolo ed elitario collage nel Vermont, Richard Papen, giovane inquieto e squattrinato si fa affascinare da un gruppo di studenti di greco antico capeggiati da Julian, professore eccentrico con un forte ascendente spirituale.  In un ambiente caratterizzato dall’influenza dell’antico e del misterioso nel gruppo prende piede il concetto di bellezza come terrore e tutto ciò che è definito bello fa tremare. Sull’entusiasmo di questa visione irrazionale della dissertazione filosofica, i giovani e ricchi studenti, annoiati dalla routine dei weekend, iniziano a muoversi in contesti oscuri caratterizzati da alcol e droga. Questa ricerca della trasgressione caratteristica dell’epoca antica porta alla memoria il ricordo di avvenimenti violenti e depravati, portando i protagonisti a spingersi ben oltre i limiti consentiti.

Donna Tartt con il romanzo The Secret History offre una riflessione innovativa delle tematiche inerenti al male. Attraverso il punto di vista punto di vista del personaggio di Richard Papen e il comportamento dei diversi personaggi, la narrazione non si focalizza sull’atto malvagio dei diversi soggetti, ma focalizza l’attenzione su come il male possa assumere aspetti differenti, arrivando al punto di essere confuso con il bene. Il romanzo mostra i tratti distintivi del romanzo giallo e thriller psicologico sorprendendo il lettore con continui colpi di scena.

MS Veronica Artioli - Carretto dei Libri 

mercoledì 3 settembre 2014

IL CONSIGLIO DI MS VERONICA ARTIOLI BAROZZI: “IN ACQUE PROFONDE” DI DAVID LYNCH


David Lynch è un artista poliedrico: conosciuto principalmente come regista, è anche pittore, musicista, compositore e scenografo. Tra le sue attività preferite si segnala la scrittura, non solo di sceneggiature o opere cinematografiche, ma anche di libri. In acque profonde è un testo estremamente interessante che crea un compendio tra la storia autobiografica del regista statunitense e il suo amore per la meditazione e la spiritualità. L’incontro con la componente più profonda del suo io ha permesso infatti a Lynch di cambiare vita e di sprigionare in maniera ancora più concreta la sua creatività e consapevolezza. Il libro presenta infatti una serie di riflessioni sulla produzione dei suoi capolavori cinematografici, inframezzate da pensieri più profondi sulla natura stessa dell’esistenza umana e sull’importanza della meditazione nella ricerca delle idee. Lo stile della narrazione, sincopato ma estremamente efficace, immerge il lettore nel mondo surreale del regista di Velluto Blu attraverso 84 paragrafi che contengono pillole di saggezza. Lynch si tiene ben lontano dal dare una lettura approfondita dei suoi film ma dissemina nel testo una serie di indizi che portano a una differente chiave di lettura delle sue opere più famose. Quello che emerge principalmente è il suo modus operandi, la ricerca della sua realtà, perché: “Le idee sono simili a pesci, se vuoi prendere un pesce più piccolo puoi restare nell’acqua bassa. Se vuoi prendere il pesce grosso, devi scendere in acque profonde”.

MS Veronica Artioli - Carretto dei Libri 

IL CONSIGLIO DI M.S. VERONICA ARTIOLI BAROZZI: E VENNE CHIAMATA DUE CUORI DI MARLO MORGAN


M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

E venne chiamata Due cuori racconta la storia di una ricercatrice americana che si reca in Australia per ricevere un premio. L’evento darà il via alla più grande avventura della sua vita, un’avventura che riuscirà a far immedesimare il lettore con il cuore della protagonista e a partecipare alla sua crescita umana e spirituale.

Proposto al pubblico come autobiografia, va letto, semplicemente, come la narrazione di una storia, che procede con lentezza e scende sempre più in profondità nell’intimo della protagonista, scandendo le altezze e bassezze del suo stato interiore.
Ogni passo sotto il sole cocente del deserto australiano, ogni avversità, ogni piccola e apparentemente insignificante scoperta e conquista, descrivono, per chi lo vive e per chi legge, un sentiero di ritorno verso sé stessi.

Un peso particolare viene dato alla dinamica del dare - ricevere, tanto evidente quanto realmente poco conosciuta. Solo chi osserva con attenzione il funzionamento della natura, può realizzarla completamente.
Sola, perché nessuno le parla, - tranne, qualche volta, la sua “guida”, che le ricorda costantemente che quel viaggio era il suo destino, - confusa, stanca, dolorante e incredula davanti a tutte le meraviglie, a volte anche terrificanti, che incontra nel suo cammino, la donna imparerà a sentirsi silenziosamente grata per ogni dono ricevuto dal mondo. E a rinunciare al possesso di oggetti o di momenti. Perché tutto procede, come quando si cammina. Ogni atomo dell’Universo è collegato con qualsiasi altro e tra loro possono comunicare. Il popolo che procede nel deserto con lei lo sa bene e cerca di insegnarglielo con il tacito esempio, utilizzando la telepatia e incedendo con incrollabile fiducia, senza aspettativa.

È solo un’impressione che i frammenti di foglia siano separati, proprio come le persone appaiono separate, ma, in realtà, costituiscono un tutto unico. Questo è il motivo per cui il gioco si chiama creazione. Essere u tutto unico non significa che siamo tutti uguale. Ciascun essere è unico e due non possono occupare il medesimo spazio.

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

martedì 2 settembre 2014

MS Stella Veronica Artioli Barozzi consiglia: “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino


Il racconto di Italo Calvino, appartenente alla trilogia “I nostri antenati”, ha come ambientazioni principali l’Italia e la Boemia di metà settecento e tratta il complicato tema dell’intellettuale incompleto e più in particolare del contrasto che intercorre tra bene e male.

Il protagonista principale, il Visconte Medardo di Terralba, giunge insieme al suo fidato scudiero in un accampamento situato in Boemia per prendere parte alla terribile guerra che i Cristiani stanno combattendo nei confronti dei Turchi. Nel corso di una battaglia il Visconte viene colpito da una palla di cannone, la quale lo dimezza in due parti: quella destra e quella sinistra (rappresentative del bene e del male). I soccorsi, giunti tempestivamente sul posto, riescono a trovare solamente la parte destra del corpo e, ritenendo che l’altra sia ormai distrutta, si adoperano per salvare il protagonista.

Una volta rientrato in patria, Medardo inizia a comportarsi in modo estremamente malvagio nei confronti dei propri sudditi, degli amici e della famiglia stessa, arrivando a condannare a morte numerose persone per reati assolutamente futili. Nel frattempo il Visconte si Innamora di Pamela, una giovane contadina che decide di respingerlo, rifiutando la sua natura così malvagia.

Poco tempo dopo il nipote del nobile, addentratosi nel bosco più profondo, incontra improvvisamente la parte buona del Visconte che, salvatasi dal terribile incidente, lo salva dal morso di un velenosissimo serpente.


Da qui hanno inizio le diverse avventure della doppia personalità del Visconte Medardo, le quali compiono azioni totalmente opposte, creando non pochi disagi all’intera popolazione. Il finale riserva una piacevole sorpresa, a conclusione di un romanzo molto particolare che è di fatto entrato a far parte delle migliori opere della letteratura italiana. 

Maria Stella Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei Libri