mercoledì 24 settembre 2014

MS Veronica Artioli Barozzi consiglia “Cosmopolis” di Don DeLillo


Pubblicato nel 2003, Cosmopolis è il tredicesimo romanzo di Don DeLillo, uno dei maestri indiscussi della letteratura postmoderna americana. Al centro della narrazione Erick Packer, un multimilionario direttore d’azienda che si trova ad attraversare Manhattan a bordo della sua limousine, mentre al di fuori imperversa l’apocalisse. Una giornata, una città e un mezzo che travalica i confini dello spazio e del tempo: partendo da questo presupposto lo scrittore italoamericano vuole raccontare la decadenza e la fine di un mondo basato sul culto del potere e del denaro. Cosmopolis è l’affresco di una civiltà in stallo, che non si muove, prigioniera di falsi valori e alla ricerca di nuove ideologie. Il romanzo, profondamente anticapitalista, non è un semplice racconto di una storia ma mira a portare lo spettatore a riflettere sull’essenza dell’uomo e della società, arrivando a toccare aspetti di natura metafisica. La dedica a un autore come Paul Auster non è casuale, sia per la volontà di descrivere New York come un microcosmo emblematico di tutto il mondo, sia per l’utilizzo di uno stile che, seppure differente, rimanda al post-strutturalismo dello scrittore originario di Newark. Nonostante una mole ristretta, differente dagli altri romanzi di DeLillo, Cosmopolis è un libro estremamente denso, raccontato attraverso una scrittura gelida, fredda, che trova la sua verità nella descrizione dell’assurdo. Una delle opere più importanti della letteratura postmoderna, in grado di cogliere con occhio riflessivo la vuotezza morale della società contemporanea. Il romanzo è stato portato sugli schermi nel 2012 dal regista canadese David Cronenberg, autore da sempre attento alle tematiche oscure e a suo agio nella trasposizione di opere letterarie fortemente antinarrative, come Crash di J.G. Ballard e Il pasto nudo di William S. Burroughs.

MS Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei Libri

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