Il romanzo
di Amara Lakhous, premio Flaiano per narrativa nel 2006, racconta la storia di
Piazza Vittorio a Roma, uno dei quartieri più multiculturali della capitale in
cui vivono persone di ogni tipo, ognuno con un’origine diversa e con la propria
storia da raccontare.
La vicenda
si apre con la scoperta del cadavere di un personaggio losco soprannominato “Il
gladiatore” ritrovato all’interno di un ascensore condominiale, luogo di
passaggio e discordia tra i vari inquilini del palazzo, da cui parte un’attenta
indagine. Il sospettato principale è l’algerino Ahmed, conosciuto da tutti con
il nome di Amedeo, che risulta sparito ma di cui tutti prendono le difese: i
diversi personaggi che abitano lo stabile iniziano così a lasciare la propria
testimonianza, che si rivela essere più uno spaccato delle esperienze di vita,
delle riflessioni e dei sentimenti contrastanti che ogni giorno si incrociano
in ragione di una condivisione forzata dello spazio. Ogni capitolo è dedicato
alla deposizione di uno dei personaggi che esprime la propria opinione sull’omicidio:
uno dopo l’altro sfilano la portinaia napoletana Benedetta, l’iraniano Parvitz,
Il professore milanese Antonio e molti altri che rappresentano perfettamente le
sfaccettature di una società frantumata in tante piccole realtà che non si sono
mai realmente integrate. Ogni soggetto si dichiara contro ogni forma di
razzismo ma, nel corso degli eventi, sveleranno uno ad uno il proprio odio nei
confronti di qualcosa o qualcuno: ad esempio l’iraniano che odia tutti quelli
che mangiano la pasta, il barista che ce l’ha con i napoletani e così via.
Un’opera
delicata che è però in grado di affrontare temi molto profondi che riguardano
tutti noi ogni giorno e che ci fanno comprendere come le cose che riteniamo
pura realtà siano invece realtà soggettive, di cui ogni persona ha la propria
differente visione
Maria Stella Veronica
Artioli Barozzi – Carretto dei libri
Nessun commento:
Posta un commento