mercoledì 22 ottobre 2014

M.S. Veronica Artioli Barozzi presenta: La Dissoluta di Alexandra Lapierre

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri


Una bigama di per sé fa scalpore. Ma se è vissuta nel XVIII secolo, non può che essere chiamata “dissoluta”, come suggerisce il titolo di questo romanzo di Alexandra Lapierre. Autrice di biografie di personaggi intensi e rivoluzionari, come la pittrice Artemisia Gentileschi, Lapierre ha scelto di raccontare le vicissitudini, realmente accadute, di una donna passionale, irriverente e scaltra.

Elizabeth Chudleigh “la contessa Kingdom” è di origine nobile, ma non possiede un titolo. È bella, di una bellezza sensuale e carismatica che attrae, e non suscita la semplice contemplazione. Infatti, fin da bambina ha sempre attratto a se animali, - che la seguivano quando passeggiava per la campagna, formando un piccolo branco -, ed esseri umani, come se avesse avuto addosso una calamita. Ovviamente gli uomini impazzivano per lei, a volte anche letteralmente, sconvolti dalla passione torbida che suscitava in loro. Ma, come tutte le donne molto amate ha sofferto per amore, e, anzi, sarà proprio un matrimonio obbligato e scialbo a vincolare le sue scelte per gran parte della vita. Nonostante questo, Elizabeth è una donna indimenticabile. Certo è eccessiva, manipolatrice, audace, ma anche intelligente, perché riesce a risalire la china della sua situazione iniziale per giungere addirittura alla corte dell’Imperatrice Caterina II di Russia, che la accoglie come un'amica, affascinata dalla sua sfrontatezza.

Arrivò a vele spiegate, a bordo del suo panfilo, un’imbarcazione grande come un vascello da guerra, di un lusso inaudito. Mai su nessun oceano si era vista veleggiare una nave simile. Soprattutto mai si era vista una nave simile a disposizione di una donna. Con impertinenza, l’aveva battezzata con il proprio nome, o meglio con il titolo e il nome che la legge inglese le vietava di portare. Si chiamava la duchessa di Kingston. 

La svolta della sua esistenza giunge quando incontra William Pulteney, conte di Bath, che intercede per lei per farla diventare damigella d’onore della Principessa Augusta di Galles.
A corte Elizabeth sfoga il suo temperamento, per cosi dire, dissoluto, in ogni senso. Ama il lusso, le feste, il gioco e i flirt, e non modifica il suo modo di fare né quando diventa moglie né a seguito della separazione, dopo la quale continua ad accumulare debiti che vengono puntualmente saldati dai suoi amanti. La donna si innamora dell’uomo che poi riuscirà a sposare, il duca di Kingston, con il quale vivrà un storia di affinità elettive e passione che la renderà finalmente felice.

Lo spettacolo a cui davano vita, seduti l’uno di fianco all’altra sulla riva, sotto la pioggia, sarebbe rimasto impresso nelle memoria dei servitori di Percy Lodge. La coppia poteva pescare per giorni interi sotto il diluvio. 


Quando però, i due convoleranno a nozze, lei sarà ancora sposata con il precedente marito. Da questa vicenda di bigamia nascerà uno dei processi più chiacchierati e famosi dell’epoca, che dovrà giudicare quello che, in quei tempi, è un crimine di stato, punibile con la forca. Riuscirà Elizabeth ad avere la meglio sui bigotti, come ha sempre fatto?

M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri

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