La
via di mezzo della conoscenza è un’opera scritta da tre ricercatori di
differenti discipline, che hanno il comune obiettivo di comprendere il
funzionamento e l’essenza della mente.
Questo
testo può essere letto da molteplici punti di vista e risulterà sempre
affascinante rivoluzionario.
Partendo da una solida base teorica, ovvero soffermandosi
sugli studi più recenti sulla mente, in particolar modo quelli cognitivi, e
mettendo in luce l’incompletezza dei risultati ottenuti, gli autori cercano di
sbrogliare la matassa nella quale si sono incastrati decine di studiosi
appartenenti alle più disparate discipline. I tre ricercatori riescono a
superare l’empasse con una soluzione che denota una grande umiltà e un vero
amore per la ricerca: unendo le loro conoscenze e le loro forze. Varela, osservando
il problema dalla sua prospettiva biologica, Rosch da quella psicologica, e
Thompson da quelle filosofica. Operando un innovativo confronto degli studi
“scientifici” occidentali con alcune teorie orientali, i tre studiosi riescono
a far emergere una nuova concezione della mente, che va oltre la tradizionale visione
di “computer” e “macchina”. Cercano dunque di svelare la vera essenza della
mente, strumento che attesta la capacità senziente dell’essere umano, e che lo
differenzia dagli animali. La mente indagata dai tre autori, come suggerisce il
titolo originale dell’opera “The Embodied Mind. Cognitive Science and Human
Experience”, è strettamente legata al corpo, il quale gioca un ruolo imprescindibile
nella conoscenza del mondo.
M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri
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