Biografia completa del grande filosofo, si
differenzia da molte altre opere simili per il coinvolgimento emotivo con il
quale è la storia è narrata. L’autore Gabriele La Porta sembra sentire in modo
particolare l’anima del filosofo degli eroici furori e ne condivide con grande
pathos gioie e dolori, descrivendo con intensità ogni sua avventura o
avversità. L’autore tenta di descrivere, immedesimandosi, gli stati d’animo del
mago e ricercatore, anche quelli che i libri di filosofia non raccontano, come
la frustrazione per il suo scontrarsi con l’ignoranza e la pochezza del suo
tempo, che trovava ovunque egli si recasse. Descritta in un episodio
particolare, nel quale il filosofo, ospite da un nobile inglese, viene sfidato
da cinque uomini in un’arrogante gara di memoria.
L’angustia non gli giunge dal timore della
battaglia culturale, ma dalla constatazione che i cosiddetti dotti ignoranti,
come li chiama lui, sono sempre presenti in tutte le città, in tutti i paesi,
in tutte le contrade. In nome del sapere dovrebbero, a suo modo di vedere, cercare
di cementare le conoscenze, di unificare il maggior numero di informazioni.
Invece odiano chiunque porti qualcosa di nuovo, detestano soprattutto chi vuole
superare gli ambiti della letteratura, della filosofia, della religione, per
tentare un quadro complessivo delle scoperte dell’umanità.
Il libro racconta le tappe più significative della
vita di Bruno, delineando un percorso ideale che ne mette in luce il
temperamento, raccontando le sue scoperte e le sue intuizioni. Un percorso
lungo tutta l’Europa e oltre, durante il quale il filoso degli eroici furori
esegue una personale ricerca e incontra i personaggi più importanti del tempo,
influenzando, con la sua presenza, centinaia di esseri umani. La Porta racconta
che Bruno amava risiedere nei piani più alti dei palazzi, perché gli piaceva
osservare dall’alto il panorama, come per creare un distacco e un punto di
vista alternativo, più lucido e meno identificato.
Nel libro si racconta della sua amicizia con
Elisabetta d’Inghilterra, della sua influenza nelle opere di Shakespeare e delle
sue lezioni all’Università, così sopra le righe quanto amate, e dei suoi
soggiorni nelle più belle città d’Italia e d’Europa, che lui guardava sempre
con occhi disincantati, ben al di là della loro perfezione architettonica e dei
paesaggi. La Porta racconta che mentre il nolano viveva le sue intuizioni di
infiniti mondi e si infiammava contro la mediocrità, soffriva di una grande
malinconia, perché spesso sentiva di essere qualcosa di molto più di un corpo e
aveva nostalgia di un luogo al quale non ha mai dato un nome.
M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri
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