Su
1984 è stato detto di tutto e anche di più, ed il Grande Fratello è stato
inserito ovunque, dalle telecamere di videosorveglianza alle location dei reality, ma, soprattutto, nelle menti delle persone.
La trama del libro, poco articolata ma,
nonostante questo, spartito di una storia dal ritmo incalzante, ha come
protagonista Winston Smith, quarantenne dotato di grande intelligenza, che
lavora al Miniver, modificando i documenti storici affinché essi presentino il
dittatore “Grande Fratello” come eterno
vincitore. La vita di Winston è piuttosto scialba, come lo è, del resto, quella
di tutti gli abitanti dell’Oceania che non si sono ancora arresi al piattume
omogeneizzante ed alienante portato dal regime dittatoriale del Big Brother.
Vige, infatti, il controllo assoluto delle azioni, che aspira a diventare anche
controllo delle intenzioni e dei pensieri, servendosi di una martellante
propaganda televisiva e nei luoghi della quotidianità. Davanti allo schermo che proietta continuamente video di notizie ed attività inerenti alla dittatura e, impietoso, osserva ogni istante della vita di ciascun cittadino, perfino il
pensiero è proibito e, men che meno, qualsiasi espressione creativa.
Ma
cos’è che rende quest’opera così amata e celebrata? La paura. Quel sentimento
animale che accomuna tutti gli uomini e si percepisce sottopelle durante tutta
la lettura di questo capolavoro orwelliano. L’autore britannico ha colto nel
segno, ipnotizzando generazioni di lettori che ogni tanto, per strada, guardano
verso l’alto in cerca di una telecamera che li sta osservando; il racconto di
Orwell ha poi influenzato, in parte, i
“complottisti” che denunciano l’avvento di un nuovo ordine di psicopoliziotti e
microchip, manifestazioni concrete del famoso motto “Big Brother is Watching
You.”
Immerso
in un contesto di fantasia dal sapore drammaticamente plausibile, tra mura
grigie, alcol di cattiva qualità, schermi parlanti eccessivi, censura politica
e ideologica, corse contro il tempo e rischiosi atti di ribellione, il lettore
non potrà fare a meno di riflettere e di empatizzare con Wilson. L’eroe
inconsapevole dimostrerà che esiste solo una “cosa” che nessun altro essere
umano potrà mai togliere agli altri: le emozioni. E non lo farà tramite la sua
storia d’amore e di affinità elettiva con la bella Julia, bensì, con il grido
di dolore delle parole scritte sul suo diario, le uniche a ricordargli che è un
essere umano e che è ancora vivo.
M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei Libri
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