Antonin Carême è un genio e, come tutti i geni, si
applica alla sua arte con una passione intensa e a tratti morbosa, rasentando
il perfezionismo maniacale. È però proprio l’ardore trasmesso dalle descrizioni
del cuoco intento nel suo lavoro, dedito alla sperimentazione come un alchimista
e mai sazio delle conoscenze acquisite, a rendere questo libro di Edgarda
Ferri una vera chicca. Molti lettori accosteranno l’attenzione data all’arte
delle cucina e della pasticceria nell’epoca napoleonica, al risalto mediatico che viene
dato oggi al cibo, un contesto nel quale ormai cucinano solo le nonne, depositarie,
spesso, di tradizioni vecchie di secoli.
All’epoca di Carême, perdura la cucina rinascimentale,
eccessivamente grassa e saporita, e le norme igieniche nella manipolazione
degli alimenti sono ancora totalmente sconosciute. La storia del geniale cuoco
ha un prologo sfortunato: viene abbandonato dal padre a soli 10 anni e, da quel
momento in poi, dovrà cavarsela da solo. Poverissimo, analfabeta e con nessuna
esperienza del mondo, il piccolo riesce a sfangarsela, lavorando prima come
spiediere e poi facendosi strada sempre più nel mondo della pasticceria e della
cucina. Contemporaneamente, impara a leggere e scrivere, diventando ben presto
un grande divoratore di libri e, di conseguenza, un grande scrittore.
Il cuoco e i suoi re racconta le avventure di quello
che è stato il migliore e più famoso chef dell’epoca moderna, autore di
monumentali manuali sull’arte della cucina, conteso dalle corti di tutta
Europa. Il suo straordinario talento viene scoperto da Talleyrand, aristocratico
zoppo dotato di un’intelligenza da stratega, e Ministro degli Esteri ai tempi di
Napoleone, il cui motto è “ Quando un negoziato va male, bisogna dare un pranzo”.
E così avviene durante uno dei più importanti negoziati della storia
occidentale, il Congresso di Vienna, al quale sono invitati ambasciatori,
messaggeri, sovrani di ogni parte del mondo che, a detta di Napoleone, saranno
resi arrendevoli dalla rilassatezza e dalla sazietà indotte dal cibo ottimo e più
che abbondante. Talleyrand parla con Carême e gli commissiona il pranzo più
ricco della storia: 365 menu differenti, uno per ogni giorno dell’anno, che
dovranno sedurre e confondere gli invitati, rendendoli inermi. Il resto è
storia..
M.S. Veronica Artioli Barozzi - Carretto dei libri
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