Fourier, Marx, Lenin, Reich, Engels, Gramsci, Marx, Mao,
Marcuse, Rousseau, Freud, Whitman, Foucault, Illich, De Bartolomeis, Jung, Don
Milani: sono solo alcuni degli autori citati all’interno dell’opera.
Il romanzo vuole raccontare la generazione del ’68, dei
giovani che credevano di poter rivoluzionare il mondo, dei pregi e delle
contraddizioni che il movimento sessantottino si porta tutt’ora dietro, e lo fa
raccontando la storia di una coppia, Leo e Michela Ferrari, profondamente
convinti delle idee del tempo.
I due ragazzi si conoscono all’università nel corso di un’occupazione
studentesca: entrambi riescono a trovare un lavoro come insegnanti all’interno
di un istituto tecnico e decidono di sposarsi. Da ragazzi si ritrovano in un
attimo adulti, mantenendo però gli stessi ideali di sempre; vivono in prima
persona tutte le vicende della nuova sinistra italiana contraddistinta dalla
comune, dall’antididattica, dall’antipsichiatria, dal femminismo, dal
pacifismo, dall'ecologismo, dalle filosofie orientali, dalla difesa dei diritti
umani, dalla medicina alternativa, dalla società multietnica, dall'animalismo, dalla
lotta contro il nucleare e dalla pena di morte.
Leo e Michela sono realmente intenzionati a cambiare il
mondo e combattono ogni giorno per quello in cui credono, non solamente a
parole ma entrando loro stessi nelle battaglie e prendendo botte, calci e
pugni: nel corso di queste lotte si accorgono però che non tutto è come loro
credevano, non tutto è bianco o nero, ma vi sono diverse sfumature al loro
interno. Le vittime risultano così non essere sempre innocenti come loro
credevano, all’interno del loro partito a fianco degli idealisti come loro si
nascondono numerosi arrivisti, approfittatori, furbi e opportunisti. La
conclusione del libro lascerà con l’amaro in bocca e porterà anche a capire che
siamo giunto poco a poco ad “un’epoca senza più passioni e senza grandi
emozioni”.
Maria Stella Veronica Artioli Barozzi – Carretto dei libri
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